FIRENZE – Tutta la poesia del calcio può distendersi nel tratto gentile eppure deciso di una tavola illustrata con Jairzinho in rovesciata col bianconero del Botafogo.

O in una t-shirt con il baffo vintage di Zibì Boniek “il bello di Notte”, vestito del biancorosso della sua Polonia.

O nella copertina di un libro su Maurizio Sarri o sul calcio-mica-tanto-champagne di Gigi Maifredi.

A Sara Liguori, in arte Sarita, un giorno in testa è apparso un pensiero chiaro: “Da grande voglio disegnare calciatori”. E così ha fatto.

Nata a Castellammare di Stabia con il mito di Maradona (ovviamente ritratto a dovere), ha studiato a Bologna e poi si è trasferita a Firenze. E sempre più il suo lavoro di illustratrice si è concentrato sul mondo del pallone.

“Mi piace il calcio perché è un contenitore infinito di storie – spiega – Dà sempre la possibilità di scoprire nuovi mondi e con un contesto molto più trasversale di tanti altri”.

Negli ultimi anni ha disegnato tantissimo, dalla cronaca alla Storia: dalla sbarazzina Dybala-mask all’epica del capitano storico del Toro Giorgio Ferrini, da Piatek a Hamsik, dai Mondiali 2018 al calcio femminile, da Antognoni a Batistuta, da Quagliarella a Moscardelli.

Ha disegnato magliette, illustrato progetti editoriali (le copertine per Edizioni InContropiede), collaborato con web magazine indipendenti come Zona Cesarini, lavorato a festival tematici e preso contatto con tante realtà calcistiche di ogni categoria (sviluppando un tifo sorprendente per il Pordenone, ritraendo la realtà emergente della Florentia San Gimignano, frequentando la curva del Lebowski).

Sempre con una cifra stilistica tutta sua. Ironica, sorridente, poetica.

Sì, perché da Socrates in poi (uno dei personaggi preferiti insieme a Cruijff), “c’è sempre un mondo romantico dietro da raccontare”.

E non è un caso che Sarita sia una “malata di libri” (parole sue) di argomento calcistico-sportivo, pronta a collaborare e contaminare il proprio lavoro con quelli di storyteller, scrittori, collezionisti di storie.

In questi giorni di prigionia forzata, ha deciso di coinvolgere i suoi follower soprattutto su instagram. Stimolandoli sul tema “derby del mondo”.

Ne stanno venendo una serie di storie, da Genoa-Samp a United-City, che alcuni lettori-narratori descrivono in 300 parole o poco più e che Sarita tramuta in un’immagine simbolo: “Mi piace l’idea di arte partecipativa, coinvolgere le persone in quello che faccio. Provare anche a far capire il dietro le quinte del mio lavoro: come da una semplice idea nasca un progetto”.

In attesa che il pallone torni finalmente a rotolare, per sentire il suo profumo intanto basta guadare i suoi disegni (su facebook e instagram).

Gabriele Fredianelli

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