Claudio Menghetti, presidente del San Polo

SAN POLO (GREVE IN CHIANTI) – E’ persona sincera Claudio Menghetti. Artigiano con la passione del pallone e un forte legame con il suo paese, è presidente dell’Acd San Polo da alcuni mesi.

Società che ha vissuto un periodo travagliato, e che oggi combatte per la salvezza nel girone M (quello mugellano) di Seconda categoria. Due punti e ultimo posto a pari merito con la Trocedo.

Una classifica che per adesso viene guardata sì con attenzione, ma anche con la consapevolezza del lavoro fatto e di quello da fare. Partendo però da alcuni concetti base.

“La nostra filosofia – ci spiega Menghetti – nei confronti dei calciatori è sempice: diamo solo un semplice rimborso spese. Siamo una società nuova. Rinata. Dietro una squadra che va a giocare ci sono tante persone che si fanno un bel mazzo: i ragazzi che vengono qui devono esserne consapevoli”.

“Chi va in campo viene, gioca, si diverte e va via – dice il presidente – Quando è andato via però ci sono tante cose da fare: perché devo pagare chi viene a divertirsi? Io ho giocato fino a 56 anni a pallone, e l’ho fatto per passione. Cosa dobbiamo fare, lavorare e pagarti per farti divertire?”.

Qui, come in molte altre società, per far giocare i ragazzi che portano il nome del paese in giro, ci si dà da fare senza sosta: dall’amministrazione alla parte sportiva, dalle cene alle grigliate dell’ultima domenica di ogni mese per raccogliere fondi.

Una filosofia che non fa una piega, tipica di un calcio dilettantistico sano. Che a volte però, ovviamente, entra un po’ in contrasto con l’esigenza del risultato a ogni costo.

Anche perché poi, al di là di tutto, c’è il campo. E la voglia di ben figurare e raggiungere gli obiettivi. Che qui come altrove certo non manca.

“Cosa vorrei per il San Polo quest’anno? Il sogno – risponde Menghetti – sarebbe quello di una salvezza se possibile tranquilla. Senza i play out”.

Un obiettivo per il quale c’è molto da lavorare quindi, e che qualche settimana fa ha portato al campio di allenatore: via Alessi e dentro Stefano Focardi.

“Il cambio di allenatore? Alessi era un ragazzo che ha giocato qui – dice il presidente Menghetti – Una persona davvero speciale, ma come allenatore forse bisogna avere una preparazione diversa e un aggiornamento continuo. Per fare giocare la squadra e gestire il gruppo”.

“E’ stata una decisione difficile quella di separarsi da lui – ammette – e mi è dispiaciuto, saranno trent’anni che lo conosco. Oggi però posso dire che il nuovo mister è capace, sa quello che fa. Per ora siamo soddisfatti, in campo i ragazzi si stanno comportando bene”.

In vista anche qualche ritocco dal mercato: “Piano piano cercheremo qualche svincolato da inserire nella squadra. Se però pensiamo che il 15 luglio avevamo solo… sei giocatori in rosa, si capisce che abbiamo fatto un mezzo miracolo”.

“Abbiamo cercato di prendere anche ragazzi del posto – conclude Menghetti – I sanpolesi a vedere le partite vengono, siamo abbastanza contenti: adesso vediamo se la squadra va un po’ meglio. Così riusciamo anche a portare più persone sulle tribune”.

Matteo Pucci

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