TAVARNELLE – Un piccolo grande gesto di solidarietà è arrivato domenica primo ottobre dall’A.S.D. San Donato – Tavarnelle.

Sotto forma di uno striscione, affisso alla rete dei gialloblu, con su scritte tre semplici parole che vanno dritte al cuore: “Giustizia per Niccolò”.

Anche se probabilmente non c’è bisogno di specificarlo, Niccolò Ciatti è il ragazzo scandiccese di ventidue anni massacrato di botte il 13 agosto scorso in una discoteca a Lloret de Mar, mentre era in vacanza con i suoi amici.

Una vicenda terribile, una morte senza senso, una tragedia inspiegabile anche per chi non lo conosceva. Ma che ha avuto la forza di trasformarsi in un grido di rivoluzione, urlato all’unisono da ben 23.191 persone (il numero è in continua crescita), provenienti da tutta Italia.

Ogni giorno i membri del gruppo Facebook “Giustizia per Niccolò Ciatti” si danno da fare per ricordarlo. Per stare vicino ai parenti, alla fidanzata, agli amici e alla comunità tutta. E soprattutto per chiedere giustizia, la giustizia che Niccolò merita.

Tantissime e svariate sono le iniziative: striscioni, adesivi, camminate, cene e “cassettine” per la raccolta fondi, e addirittura l’idea di una partita al “Franchi” di Firenze, in cui amici e colleghi (Niccolò gestiva con la zia un banco di ortofrutta al Mercato Centrale) si scontreranno con calciatori italiani.

Il paese di Tavarnelle, sensibile e sempre partecipe, non è certo rimasto a guardare. La società calcistica, in occasione di una partita della Serie D, si è unita a questo bellissimo coro di amore, umanità e altruismo.

Per di più, la sua chiara presa di posizione a sostegno della causa è stata resa ancora più speciale dal fatto che l’avversario quel giorno era proprio lo Scandicci, la città dove Niccolò abitava con la sua famiglia.

Si dice che lo sport veicoli messaggi positivi. E stavolta è stato sicuramente così.

Grazie alla disponibilità del presidente Andrea Bacci che, al momento in cui gli è stata fatta la proposta, non ha esitato nemmeno un attimo ad accettare.

Siamo stati molto contenti di esprimere il nostro supporto – interviene Andrea Bacci – E’ una questione etica. Ed è giusto che siamo scesi in campo anche da questo punto di vista”.

Adesso la speranza è che altre società sportive chiantigiane e tutti coloro che lo desiderano si associno alla lunga ma pacifica battaglia verso la giustizia.

Perché Niccolò avrebbe potuto essere il fratello, il figlio, il fidanzato o l’amico di ciascuno di noi. E perché drammi del genere non dovrebbero neppure verificarsi.

Noemi Bartalesi

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