PONTE A NICCHERI (BAGNO A RIPOLI) – Le ambizioni e i buoni auspici intorno alla squadra sono stati ben ripagati dall’esordio in campionato: un rotondo 4-0 sul campo, per nulla facile, del Fiesole, con le reti di Adamo, Cecconi e la doppietta di Iacopozzi. Gli Juniores provinciali del Belmonte non nascondono l’obiettivo di puntare a una stagione di vertice.

E una delle novità maggiori, per la stagione dei biancorossi, riguarda la guida tecnica. La panchina è stata infatti affidata dalla società del presidente Leonardo Guidotti a un allenatore inedito per i palcoscenici toscani.

Marco Campisi ha 31 anni, origini siciliane e già una lunga esperienza alle spalle nei campionati giovanili sui campi di mezza Italia, dalla Scuola Calcio in su, con il sogno un giorno di arrivare a una prima squadra. Ha allenato in Liguria, ad Imperia, e poi in Umbria, prima al Santa Sabina e poi in una società storica come il San Marco di Perugia, vivaio in cui ha mosso i primi passi un certo Giancarlo Antognoni.

Ex difensore che faceva della rapidità la sua arma prediletta, terminata l’università Marco si è gettato anima e corpo nel mondo del calcio ed è già entusiasta della sua nuova realtà a due passi da Firenze

Marco, come mai la scelta della Toscana nel tuo percorso?

“Credo che la Toscana sia una meta ambita per gli allenatori di tutta Italia. In tutta Italia si parla dell’altissimo livello che qui hanno i campionati giovanili e dilettantistici. Ed è perciò naturale che venga voglia di confrontarsi con questa realtà. In effetti, si percepisce subito questo salto di qualità”.

Qual è stato il tuo approccio con il Belmonte?

“Il Belmonte è una bellissima realtà, con una dirigenza composta da persone che hanno ambizioni di fare bene e di far crescere la società. Per me è gratificante e stimolante essere qui”.

Che campionato vi aspetta?

“La società si aspetta di fare un campionato importante. La rosa è di ottimo livello sia per qualità che per numeri. I ragazzi in rosa sono 24, siamo coperti in ogni ruolo. L’obiettivo è quello di arrivare il più in alto possibile. L’organico era già buono l’anno scorso: adesso poi si sono aggiunti altri ragazzi di qualità. È un gruppo poi disponibile al sacrificio e all’impegno mentale e fisico, in ogni allenamento. Io poi ho la fortuna di lavorare con il mio “vice” Alessio Gori e con il preparatore atletico Marco Mariottini. Con loro si è creato subito un feeling strepitoso. Gli ingredienti giusti ci sono tutti”.

Quale è la tua idea di calcio?

“Io penso che il calcio non sia tanto nella testa degli allenatori ma nei piedi e nei cuori dei giocatori. Importante è far rendere al meglio i calciatori secondo le loro caratteristiche. I miei ragazzi sono alla tappa finale del settore giovanile e hanno ancora tanto da imparare. A loro chiedo un calcio ragionato, in cui tocchino tanti palloni sia in allenamento che in partita. Ci piace giocare palla a terra, con la partecipazione di almeno sette o otto giocatori alla manovra. I ragazzi ci stanno credendo e ci piacerebbe davvero portare avanti una proposta di calcio diversa rispetto a quelle solite di queste categorie”.

Siete partiti subito forte in campionato…

“Ci tenevamo a fare bene subito alla prima gara. Non solo perché chi ben comincia è a metà dell’opera ma proprio per lanciare a un messaggio a tutte le avversarie del campionato. E vincere a Fiesole, su un campo difficile e contro un allenatore molto preparato, non era così scontato. Siamo in un girone terribile con formazioni molto forti come Galluzzo, Valdarno e Bagno a Ripoli. Ecco, tra le teste di serie del torneo, vogliamo far sapere che ci siamo anche noi”.

Gabriele Fredianelli

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