TOSCANA – L’Attività fisica adattata si arricchisce in Toscana di una nuova esperienza: i “gruppi di cammino”, che alla funzione di aggregazione e riappropriazione sociale degli spazi urbani uniscono una dimostrata efficacia in termini di salute. Insomma, camminare in gruppo per socializzare, muoversi più agevolmente in città e anche migliorare le proprie condizioni di salute.

 

AFA è l’acronimo di Attività Fisica Adattata, che la Regione conduce da oltre dieci anni, rivolta in particolare agli anziani, per promuovere un invecchiamento sano e attivo e ridurre i fattori di rischio.

Dopo dieci anni, era opportuno rivedere, perfezionare e potenziare il modello, introducendo elementi di novità e alcune sperimentazioni, come appunto i “gruppi di cammino”.

Lo ha fatto con una delibera portata in giunta dall’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi e approvata nei giorni scorsi: “Sviluppo di azioni a sostegno dell’invecchiamento attivo della popolazione toscana: aggiornamento indirizzi organizzativi per l’Attività fisica adattata (AFA) e indirizzi per l’adozione di iniziative a supporto dell’attività fisica nella comunità”.

“Da oltre dieci anni la Regione investe per offrire agli anziani, che sono circa il 25% della popolazione toscana, metà dei quali colpiti da malattie croniche di lunga durata – sottolinea il presidente Enrico Rossi – strumenti mirati al mantenimento dello stato di salute e di benessere e, in caso di malattia, a garantirne la gestione più efficace. L’Attività fisica adattata è uno di questi strumenti, che negli anni si è diffuso in maniera sempre più capillare tra i nostri anziani, con risultati molto positivi in termini di salute e di rallentamento delle patologie”.

“L’Attività fisica adattata ha dimostrato di essere molto efficace in termini di miglioramento della salute, fisica e psichica, delle persone coinvolte – dice l’assessore Saccardi – Per questo vogliamo non solo proseguire con l’AFA, ma migliorare e potenziare il nostro modello, che peraltro ci è valso il riconoscimento di Reference Site per l’invecchiamentoi attivo da parte della Commissione Europea. Uno stile di vita attivo aiuta a migliorare lo stato di salute e riduce il ricorso ai servizi sanitari”.

L’inattività fisica fattore di rischio

L’inattività fisica è identificata a livello globale come il quarto più importante fattore di rischio per la mortalità. In molti Paesi, Italia compresa, l’inattività fisica e la sedentarietà riguardano una quota significativa della popolazione, con serie ripercussioni sulla prevalenza delle malattie e sullo stato generale di salute della popolazione. In Toscana, l’inattività fisica riguarda il 31,7% della popolazione, un dato comunque inferiore al 38,6% dell’Italia.

L’importanza dell’attività fisica per la sanità pubblica è raccomandata anche dall’OMS (Organizzazione mondiale della sanità), che sottolinea che l’attività fisica segua specifici requisiti e regole, essendo dimostrato che frequenza, durata, intensità, tipo e quantità totale di attività fisica ne determinano l’efficacia sulla salute, sulla prevenzione degli stati invalidanti e sulla risposta alle cure.

L’Attività Fisica Adattata in Toscana

In Toscana l’AFA è attiva fin dal 2006 ed è una modalità consolidata e riconosciuta valida come risposta ai bisogni delle condizioni di cronicità. Grazie all’AFA, e alla sanità d’iniziativa (nella quale l’AFA svolge un ruolo importante), la Toscana è stata riconosciuta come Reference Site dalla Commissione Europea per l’innovazione a supporto dell’invecchiamento sano e attivo.

L’AFA – è bene ricordarlo – non è un’attività sanitaria riabilitativa, ma di mantenimento e prevenzione, come strumento per contrastare la perdita di autonomia e la fragilità dell’anziano. Si tratta di programmi di attività motoria svolti in gruppo con la guida di istruttori prefessionisti, che rientrano nel campo della educazione alla salute e della promozione di stili di vita corretti.

L’AFA è promossa dalle aziende sanitarie e programmata e gestita dalla Zone-distretto/ Società della Salute. Partecipano all’AFA persone stabili dal punto di vista clinico e che non presentano controindicazioni specifiche, individuate dai medici di famiglia o dagli specialisti, dai servizi di riabilitazione, dai servizi sanitari territoriali.

Nel 2016 si sono tenuti 1.877 corsi di AFA per bassa disabilità e 185 per alta disabilità, a cui hanno partecipato oltre 30.000 cittadini anziani, svolti in 876 punti di erogazione distribuiti in 237 comuni toscani.

I “gruppi di cammino”

E’ la novità che verrà introdotta nel nuovo modello di AFA. Quella dei “gruppi di cammino” è già un’esperienza diffusa a livello regionale, anche in modo spontaneo o minimamente coordinato.

La Regione Toscana, insieme all’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) Toscana, vuole rendere più facile la scelta salutare di camminare. Ecco allora che le comunità locali possono progettare percorsi pedonali strutturati, per offrire ai partecipanti riferimenti “standardizzati” per autogestire in maniera efficace l’attività fisica.

Percorsi inseriti all’interno del tessuto urbano, caratterizzati da “stazioni” di partenza, salita, discesa e arrivo, la cui distanza e i cui orari consentono ai singoli, o ai gruppi di persone, di salire su un “convoglio pedonale” che si muove alla velocità idonea, e può essere efficace sulle condizioni di salute dei partecipanti.

I convogli pedonali possono essere formati da gruppi di persone omogenee per caratteristiche e capacità motorie, e quindi muoversi alle diverse velocità necessarie. Una idonea segnaletica consentirà di regolare le modalità di svolgimento dell’attività

La sperimentazione lanciata dalla Regione prevede che ogni azienda sanitaria presenti tre progetti, che vedano il coinvolgimento di una Zona-distretto/Società della Salute in accordo con almeno un Comune di riferimento.

I progetti(che dovranno prevedere gruppi di cammino, passeggiate, visite guidate a piedi) dovranno essere presentati entro il 30 novembre 2017.

La Regione sceglierà i progetti di tre Zone-distretto/SdS per ciascuna Asl (quindi in tutto 9 progetti), con un finanziamento complessivo di 180.000 euro (quindi 20.000 euro per ciascun progetto). I progetti prenderanno l’avvio nel 2018.

Sempre nel 2018 partirà anche una campagna regionale di informazione rivolta alla popolazione adulta e anziana, per la promozione dell’invecchiamento sano, per sensibilizzare la cittadinanza rispetto a uno stile di vita attivo come “valore culturale” per facilitare comportamenti corretti che possono avere ricadute positive per il miglioramento dello stato di salute e la riduzione del ricorso ai servizi sanitari.

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