GREVE IN CHIANTI – Sulle spalle gioca con il numero 35: il 3 per il suo nome (Eva, tre lettere), e il 5 per il cognome (Brogi, 5 lettere).

Lei, Eva Brogi (15 anni), è una giovanissima atleta grevigiana che proprio in questi giorni sta giocando con la sua squadra (La Torre di Pontassieve) alle finali nazionali di pallamano femminile a Padova.

Gioca a Pontassieve perché la grande passione per questo sport (poi vedremo come è nata) si è scontrata con l’assenza di squadre nel nostro territorio. Così, con grande sacrificio (suo e dei familiari) ha selto La Torre.

Quest’anno è passata dall’Under 14 all’Under 16, ed è stata inserita nel campionato Under 18 (è la più giovane del gruppo): ha anche giocato le ultime quattro partite in campionato A2.

Con la sua squadra ha vinto il campionato toscano, e nel frattempo è stata anche convocata dalla FIGH per una selezione nella squadra Under 15 della nazionale italiana. Il 25 giugno andrà ad Imperia per un’altra convocazione.

“Ho iniziato a giocare a pallamano alle scuole medie – ci dice – quando il mio professore di educazione fisica, il professor Cocco, mi ha inserito nella squadra della scuola e mi ha portato a fare un torneo fra vari istituti. Da li mi sono appassionata”.

La pallamano è uno sport molto completo, come ci spiega la stessa Eva: “Mi ha colpito il fatto che in questo sport tutte le parti del corpo sono fondamentali per giocare al meglio. A differenza di molti altri sport la pallamano lega braccia, gambe, cervello. Ma soprattutto cuore, perché l’importante in una squadra è essere uniti”.

Quando si è giovani come lei si ha bisogno di supporto di tanti. Della famiglia, degli staff tecnici: “Mi ha supportato tantissimo il mio mister – ci dice Eva – Andrea Fiesoli, le mie compagne di squadra e la società, perchèé mi hanno aiutato a crescere e mi hanno sostenuto moltissimo. Molto lo devo anche ai miei genitori che mi accompagnano fino a Pontassieve per gli allenamenti e in giro per la Toscana per le varie partite”.

Alle finali nazionali, ci racconta, “mi sto divertendo tantissimo e in più ho l’occasione di vedere schemi di gioco molto diversi fra loro da squadre molto forti che vengono sopratutto dal nord. Sto imparando molto da questa esperienza: io e la mia squadra stiamo dando il 110% per cercare di arrivare a qualche risultato”.

Chiudiamo chiedendole come si sente… quando gioca: “Giocare per me è quasi indescrivibile. Mi sento libera, appena metto piede in campo la testa mi si svuota da tutti i problemi, i pensieri negativi e il mio unico pensiero è: giocare. La sensazione più bella secondo me è quando riesci a passare la difesa e salti per tirare, e li è solo una sfida tra te e il portiere. Se sbagli riprovi e riprovi finché quella benedetta palla non entra in rete”.
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