Marco Menichetti (foto Giuseppe Brucculeri)

TAVARNUZZE (IMPRUNETA) – La sosta è arrivata sul quinto posto in classifica, a solo -3 dal terzo e con un finale di girone d’andata in crescendo: 4 vittorie e un pareggio nelle ultime cinque partite.

L’Impruneta Tavarnuzze vuole continuare a correre anche nel 2023. E così durante la pausa i verde-azzurri hanno continuato a lavorare intensamente, staccando davvero solo il minimo indispensabile.

“Potevamo forse fare qualche punto in più – spiega il tecnico Marco Menichetti – ma la classifica dice quello che siamo: a ridosso delle prime, determinati a restare lì e a farci trovare pronti per lo sprint finale”.

Per Menichetti l’estate scorsa era stato un ritorno a casa dopo un decennio, oltre all’esordio alla guida di una prima squadra: “La stagione era partita con obiettivi importanti – racconta – che mi avevano convinto a tornare qui: la voglia di provare a fare qualcosa di più, cercare di migliorare il piazzamento delle ultime stagioni”.

“Rispetto al passato era cambiato molto – prosegue – una filosofia nuova, uno staff nuovo, un preparatore nuovo, il ritrovare ragazzi che avevo conosciuto quando erano ancora Juniores: c’era da entrare in sintonia all’inizio e questo ci ha un po’ rallentato nei risultati”.

Poi la svolta: “Credo che la vittoria con il Montaione ci abbia dato quel qualcosa in più a livello mentale. Ci ha sbloccato. E infatti dopo sono arrivare tre vittorie e un pareggio”.

“Il campionato – analizza il tecnico – mi pare molto equilibrato e livellato, a parte la capolista Sangimignano. Ci sono risultati spesso imprevedibili sulla carta e questo conferma che ce la possiamo giocare con tutti”.

“Tra le avversarie – spiega – credo che le più insidiose siano Montaione e Grevigiana, poi ci sono le outsider come il Monterappoli che incontreremo domenica e San Giusto Le Bagnese. Sarà una bella lotta: non abbiamo l’obbligo dei play-off però ci proveremo fino in fondo”.

Poi il tecnico guarda alla sfera personale: “Tavarnuzze per me è casa. Dopo dieci anni è stata una bella emozione tornare. Sono stato felice della possibilità che mi è stata data e sono molto contento di aver detto di sì. Ho ritrovato uomini quelli che erano ragazzi un tempo e anche questo è stato bello”.

“Per me è la prima esperienza con una prima squadra – conclude – ma non ho sentito il salto: sarà perché qui l’ambiente ti permette di lavorare sereno, la società mi sostiene e sarà anche perché i ragazzi sono giovani. Una rosa ampia con un’età media intorno ai 23-24 anni. Insomma, non manca nulla…”

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