BARBERINO TAVARNELLE – Il barberinese Simone Pasqualetti si è nuovamente superato con la sua ultima eroica impresa: partito da Torino, ha raggiunto Capo Nord in bicicletta in soli 12 giorni, 13 ore e 50 minuti.

Ha pedalato pressoché ininterrottamente, a tratti in solitudine e per alcune tappe in compagnia.

Arrivando a “macinare” più di 4.200 chilometri in giro per dieci stati europei. All’interno di quella che è, più che una gara, una filosofia di vita: la North Cape 4000.

Non si tratta, appunto, di una vera e propria competizione e pertanto non c’è una vera e propria classifica. Tuttavia per essere considerati come “finisher” e ricevere l’attestato sarebbe stato necessario arrivare entro il 15 agosto: il “nostro” Simone ce l’ha ampiamente fatta.

Dopo la Parigi-Brest nel 2019 (qui), la 1001 Miglia Italia nel 2021 (qui) e la Alpi 4000 nel 2022, quest’anno ha ulteriormente alzato l’asticella: “All’alba dei miei 50 anni, che compirò a dicembre – ci confida Simone – ho voluto regalarmi un’esperienza da ricordare”.

Così, nelle due settimane di ferie (Simone lavora come impiegato), si è lanciato in questo incredibile viaggio, iniziato il 22 luglio presso la reggia di Venaria.

“Il giorno prima della partenza – ricorda – ho preso coscienza di ciò stavo per fare e ho avuto paura di non essere all’altezza”.

La difficoltà maggiore di questa randonnée, a parte la lunghezza del percorso, risiede nella totale mancanza di supporto: “A differenza delle altre manifestazioni a cui ho partecipato – ci spiega – in questo caso c’erano soltanto quattro punti di controllo, peraltro chiusi di notte”.

“Dunque – spiega ancora – dovevamo essere noi a cercare dove dormire e mangiare. Inoltre era indispensabile avere con sé attrezzi utili a fare diverse riparazioni, oltre che un abbigliamento che spaziasse dall’estivo all’invernale: in un giorno sono passato dai 35 ai 2 gradi”.

“Ma, nonostante gli ostacoli, è stato un bellissimo percorso – aggiunge, con entusiasmo – Abbiamo attraversato tante nazioni e visto cambiare diverse volte il paesaggio”.

“In particolare – ammette – mi ha piacevolmente stupito la Danimarca: mi è sembrato straordinario il fatto che a sinistra ci fossero i campi coltivati e a destra gli abeti”.

Anche la Norvegia è rimasta nel cuore a Simone. Per arrivarci si è procurato – perché pure questo fa parte dell’avventura – un traghetto che dalle coste della Danimarca, in dieci ore, lo ha portato ad Oslo: “E’ stata l’unica notte in cui ho dormito più di tre ore”, ricorda.

“Una volta sbarcati in Scandinavia è iniziata un’altra storia – prosegue nel racconto – Non si trova niente nel raggio talvolta di 200 km, finché poi spunta una “gas station”, una sorta di autogrill in cui è possibile trovare di tutto”.

“Adesso là è quasi sempre giorno – dice ancora – E’ stato emozionante pedalare in Lapponia: nell’arco di tre ore e mezzo abbiamo visto il tramonto e l’alba”.

Simone ripercorre con noi l’ultima giornata: “Per arrivare a Capo Nord, che è un’isola, siamo passati all’interno di un tunnel di sette chilometri, di cui la prima metà in discesa fino a duecento metri sotto il livello del mare e la seconda in salita, con un tasso di umidità incredibile”.

All’arrivo c’erano sua moglie e le loro due figlie che, dopo aver trascorso dieci giorni di vacanza in Norvegia, lo hanno rincontrato nel luogo più settentrionale d’Europa: “E’ stato un privilegio per me trovare la mia famiglia ad aspettarmi”, dice, emozionato.

“Un grazie speciale – conclude Simone – va anche ai miei colleghi e amici, tra cui quelli dell’Unione Ciclistica Marcialla. Eravamo tracciati attraverso un gps tracker e sul sito dell’evento era possibile vedere i nostri spostamenti. E’ stato bello il fatto che mi abbiano seguito ed incoraggiato”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA