MONTEFIRIDOLFI (SAN CASCIANO) – I giorni delle celebrazioni di Santa Cristina sono stati, a Montefiridolfi, anche l’occasione per omaggiare un personaggio che nel nostro territorio ha rappresentato le origini del calcio. In particolare di quello giovanile.

Così l’associazione sportiva (presieduta da Gabriele Sani), che insieme al Circolo Acli del paese ha organizzato le iniziative dei giorni scorsi, venerdì 21 luglio ha dedicato la sua serata-apericena, a pochi passi dal terreno di gioco del “Gino Sani”, ad Alessandro Lavacchi, detto “Budo”.

Mercatalino doc, Lavacchi è stato uno dei “pionieri” del calcio giovanile in questo lembo di territorio: in particolare fra Mercatale, Montefirifoldi, Campoli e Gabbiano.

Alessandro Lavacchi, detto “Budo”, mentre osserva le foto scorrere sullo schermo

E proprio a Gabbiano, nel fondovalle del comune di San Casciano che va verso Greve in Chianti, “Budo” insieme ad altri valorosi costruì il campo sportivo.

Che è stato a lungo teatro di sfide epiche. Sia a livello giovanile che amatoriale.

Così vecchie storie sono state raccontate. Di tempi eroici, di quando anche le maglie venivano fatte in casa (e in questo era “complice” anche la moglie di Alessandro).

“Budo” si è messo in prima fila, davanti allo schermo sul quale scorrevano le foto. A osservare, indicare, raccontare.

Foto tirate fuori dai cassetti, scannerizzate e sapientemente montate da Paolo Ermini: in un filmato pieno di volti, personaggi, aneddoti, emozioni. Anche di coloro che, presenti in quelle foto, erano in platea.

Quelle foto che ti fanno puntare il dito, indicare quella persona o quell’altra: fra pettinature anni Settanta, calzoncini “minimal”, colori sgargianti.

Un calcio profondamente ingenuo. Un calcio che ci induce una profonda nostalgia. Un calcio che ci racconta chi siamo e da dove veniamo.

Grazie a “Budo”. E a coloro che, per una sera, lo hanno rimesso “in vetrina”.

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