Qualche giorno fa ho portato i miei escursionisti in un luogo davvero sorprendente di cui vale la pena scriverne e ancora di più andarci.

Colline Pisane: queste sconosciute! Difficile anche che la maggior parte di noi le identifichi a colpo sicuro su una mappa.

Sì, perché quando si va al mare abbiamo fretta e si prende l’autostrada. Quando si vuole andare a vedere una bella e storica cittadina ci si butta su Volterra o Bolgheri. Ma nel mezzo cosa c’è?

C’è la valle del Fiume Fine, ai piedi del bel borgo di Santa Luce. Siamo a poco più di un’ora da Firenze e a mezz’ora da Castiglioncello, proprio dietro le colline di Rosignano. E’ un luogo talmente bello che non so da parte cominciare a raccontarvelo.

Quando ci andai per la prima volta a fare un sopralluogo per i miei trekking tornai a casa con la sensazione di aver vissuto qualche ora in una cartolina in 3D. Mi sentivo come appena uscita da un dipinto dei “macchiaioli” o degli “impressionisti”. Un luogo di pace, silenzio, colori, natura, leggende, meditazione.

Dal Lago di Santa Luce, di srotolano stradelli di campo, carrarecce e sentieri che salgono verso la collina con i suoi ridenti , antichi e colorati borghi di Santa Luce e Pàstina (attenzione non fate figuracce, non si dice pastina come quella in brodo, ma pàstina con l’accento sulla a!).

Arrivati ai borghi vi aspetteranno panorami stupendi fino al mare. Io vi consiglio questo facilissimo anello: lasciate la macchina al parcheggio del campo sportivo “Le Colombaie” poco oltre il Lago di Santa Luce.

Seguite via San Bartolomeo e con un dislivello dolcissimo camminerete per qualche chilometro in un vero e proprio percorso sensoriale naturale.

I colori delle argille e del grano piccino che spunta verdissimo dalle zolle. Qualche casa colonica, filari di cipressi. Qualche bel pollaio. Se siete fortunati vedrete caprioli e greggi di pecore bianche tra il verde dei campi. Sulla collina tante pale eoliche che girano e diciamola tutta, non sono nemmeno così brutte soprattutto pensando che creano energia pulita.

Arriverete a Pastina, 300 anime sicuramente felici. Prendetevi qualche minuto per visitare il borgo, un buon caffè, un riposino sulla panchina della piazzetta della chiesa. Da qui un bellissimo panorama vi si aprirà sulla valle, sul Lago di Santa Luce e fino al mare.

Proseguite verso Pomaia per qualche centinaio di metri su asfalto e poi piegate a destra in via San Martino. Bellissima strada panoramica punteggiata di cipressi e casali. Qualche grande e tonda quercia solitaria.

Tutto sembra come in una cartolina e ci si può facilmente immaginare che spettacolo di colori possa regalare l’estate quando il grano sarà maturo e i girasoli fioriti. Sembra di essere in una piccola Val D’Orcia.

Dalle foto, mie e di Gabriele Rosati, caro amico escursionista, potrete avere un’idea di questa bellezza (grazie per le sue belle foto).

La strada vi riporterà verso il Lago di Santa Luce. Non tornate a casa di fretta ma andate a visitare l’oasi della LIPU. Merita davvero!

Un vero paradiso per gli amanti del birdwatching e per gli appassionati di fotografia. Qui vivono decine di uccelli acquatici stanziali e svernanti ed è bello poter conoscere la vita e le abitudini di questi straordinari animali. Cormorani, Tuffetti, Cavalieri d’Italia, Aironi Guardabuoi, Anatre. E anche rapaci tra cui il Nibbio, la nostra più grande aquila.

Qualche curiosità su questi luoghi.

Il Lago di Santa Luce non è naturale ma venne fatto dalla Solvay nel 1958 per poter avere una scorta d’acqua per le lavorazioni chimiche del proprio stabilimento a Rosignano. La diga è fatta solo di argilla e tenuta ben salda solo dalla straordinaria forza delle intricate radici dell’erba.

Nonostante le tante polemiche sull’inquinamento della Solvay, qualcosa di positivo qui è stato fatto e oggi è luogo di straordinaria biodiversità.

Santa Luce è un borgo-castello molto antico dove si narra che i leggendari Cavalieri Templari, nel Medioevo, portarono proprio qui il Sacro Graal per nasconderlo dai nemici che se ne volevano impossessare per i suoi straordinari poteri.

Pare che sia stata ritrovata nella nicchia di una vecchia torre, la prova del passaggio di questa suggestiva reliquia.

Sulle colline di Pastina, potrete vedere ciò che resta della antiche cave di alabastro. Un roccia che ha reso famosa Volterra in tutto il mondo ma che in realtà veniva proprio da qui.

Lungo il percorso vedrete tante bandierine in stile “tibetano”. Al vicino paese di Pomaia infatti vi è l’Istituto Buddhista più grande e importante d’Europa.

Qui monaci e maestri tibetani vivono, studiano, meditano e organizzano corsi legati agli insegnamenti di Buddha. Visitabile.

DETTAGLI TECNICI

  • Dettagli tecnici: escursione facile ad anello
  • KM: 12 circa + percorso oasi
  • Stagioni consigliate : da settembre a maggio.
  • Camminate con la testa

@RIPRODUZIONE RISERVATA

Eleonora Grechi
COLLABORATORE Guida Ambientale Escursionista del gruppo Le Vie del Chianti (www.leviedelchianti.it - leviedelchianti@gmail.com). Su SportChianti cura la rubrica "Camminare in Toscana". Scrive anche per WeChianti (www.wechianti.com)