SAN POLO (GREVE IN CHIANTI) – Quarto posto con 27 punti. Dietro alle “corazzate” San Godenzo (38) e Resco Reggello (34). E al Sagginale (30).

Il San Polo ha disputato una prima parte di stagione importante nel girone H di Seconda categoria. Soprattutto alla luce delle assenze per gravi infortuni, Leonardo Fiumi e Jeremy Faellini su tutti.

Ne parliamo con Filippo Caroti, tecnico biancorosso che analizza quel che è stato e ci racconta cosa si aspetta dal nuovo anno.

Mister, facciamo un bilancio di questi primi mesi…

“Tutto sommato sono contento, abbiamo creato un gruppo importante, pieno di persone vere e di ottimi giocatori. La proposta di calcio è stata completamente sposata da tutta la squadra; credo proprio che questo San Polo abbia una sua identità ben precisa”.

Se lo aspettava così questo girone H?

“Il girone mugellano di Seconda categoria ho avuto il piacere di farlo per diversi anni, prima a Troghi, poi a Santa Brigida ed infine a Molino del Piano. Quindi posso dire di conoscerlo discretamente. Me lo aspettavo tosto, magari un po’ più carente dal punto di vista tecnico, ma sicuramente duro dal punto di vista atletico. Non credo di esseremi sbagliato, anzi, tutte le domeniche sono “battaglie sportive” e, molto spesso, la spunta chi ha più voglia e determinazione”.

Quanto pesa l’assenza di un giocatore come Leonardo Fiumi?

“Eh Leo è un giocatore che in questa categoria (e non solo) fa la differenza. Una persona seria, professionale e calcisticamente devastante. Peserebbe in qualunque squadra un’assenza del genere. Allo stesso tempo però devo dire che ho avuto delle ottime risposte da chiunque abbia dovuto provare a sostituirlo: diciamo che i tanti goal che avrebbe dovuto segnare Leo li stiamo segnando con altri 4-5 giocatori”.

Su cosa è soddisfatto da parte della squadra, e su cosa invece c’è più da lavorare?

“Sicuramente, come ho detto prima, sono molto soddisfatto dell’identità che abbiamo creato, un modo ben preciso e condiviso di fare calcio. Per fortuna abbiamo tanto da migliorare, soprattutto la componente psicologica legata alla gara. Siamo una squadra che troppo spesso sbaglia approccio oppure “esce” a tratti dalla partita. Dobbiamo imparare a entrare forti e a non staccare mai la spina: questo probabilmente è il dettaglio sul quale maggiormente devo lavorare”.

Quale l’obiettivo che vi ponete dall’8 gennaio in poi?

“Visto un po’ il passo che stanno tenendo le prime due, sicuramente l’obiettivo è quello di pensare domenica dopo domenica, cercando di muovere sempre la classifica. Non sarà facile, ma proveremo a riprenderle”.

C’è, infine, qualche giocatore che l’ha stupita in positivo? Che l’ha sorpresa?

“Sinceramente conoscevo calcisticamente la squadra, più che sorpreso ho avuto diverse conferme! Quando ho accettato l’incarico sapevo di avere una valida base di partenza. Con il direttore sportivo Bartoli e il presidente Nuti in fase di costruzione volevamo creare un mix di esperienza e freschezza. E così è nato questo San Polo…”.

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