Giulio Lumachi

SAN CASCIANO – “Scusate il ritardo”: ha scritto così Giulio Lumachi, il “Puma”, centravanti della Sancascianese salva all’ultima giornata dopo un finale di campionato da urlo, dopo la vittoria di domenica scorsa per 3-1 contro il Fiesole.

Scusate il ritardo. In pieno stile Lumachi. Educato. Umile. Attaccato visceralmente ai colori gialloverdi.

Ed è proprio a lui, al “Puma”, sette reti in campionato (praticamentr tutte nel finale) e due in Coppa Toscana, che abbiamo chiesto che annata è stata questa. E le sue risposte, come vedrete, non sono state per nulla banali.

Giulio, è stato un finale di campionato da pazzi. Come lo avete vissuto?

“Un finale bellissimo, lo abbiamo vissuto con la voglia di tirar fuori tutta la rabbia accumulata nel corso della stagione. Per fortuna il risultato finale ha dato ragione a noi, che eravamo gli unici a crederci”.

Qual è stato secondo te il momento della svolta?

“Penso che la partita chiave a livello di classifica (per rimanere vivi) sia stata la vittoria in casa contro la Ludus, ma la svolta mentale c’era stata nella settimana che portava al derby con il Cerbaia (due settimane prima). Settimana che si è conclusa con una sconfitta, ma dove abbiamo giocato una buona partita contro una bella squadra. Da lì in poi in 8 partite abbiamo fatto 5 vittorie e 3 pareggi, che penso parlino da sole. Siamo sempre stati consapevoli che sarebbe bastata una scintilla a farci prendere il via e non fermarci più: scintilla che ha tardato ad arrivare, ma che abbiamo sempre cercato. E che, per merito nostro, abbiamo trovato”.

Cosa è cambiato con la sostituzione del mister, l’addio di Perini e l’arrivo di Calderone?

“Sicuramente è cambiato il modo di lavorare e l’impostazione in campo, perché sono due allenatori con caratteristiche completamente diverse.  Dopo il cambio in panchina abbiamo fatto subito la prima vittoria in campionato, e il trend è migliorato ma non è che fosse eccezionale. Doveva scattare qualcosa tra di noi nello spogliatoio, poi è venuto tutto di conseguenza”.

E per te che stagione è stata? Inizio duro, difficile, e finale alla grande…

“Forse la più difficile. Stagione iniziata per me a metà ottobre per via del Covid. Senza preparazione e con un allenamento sulle gambe mi sono ritrovato a giocare 90 minuti ogni domenica perché davanti eravamo in emergenza (l’ultima partita l’avevo giocata ad ottobre del 2021, prima che fermassero il campionato). Quando mi sembrava di iniziare a stare relativamente bene, a metà dicembre, ci hanno fermati di nuovo per quasi due mesi. Mi dispiaceva ed ero nervoso, perché la voglia di fare era tanta ma le cose non mi riuscivano. E quindi non ero in grado di aiutare la squadra. Per fortuna mi sono rifatto nell’ultimo mese e mezzo e sono veramente felice per aver raggiunto questa salvezza perché ce la meritavamo. E alla fine posso  ci tengo a dire che è stata sì la stagione più difficile, ma anche una delle più belle. Perché da due anni a questa parte su questo gruppo sono state dette tante cose non belle, e ci sono state messe in bocca tante cose non vere. Ma nello spogliatoio ci siamo noi, e ciò che mi rimarrà per sempre è solo il piacere e la gratitudine di aver conosciuto persone meravigliose. E il grosso rimpianto di non aver vissuto pienamente tutta la stagione come gli ultimi due mesi, pur sperando di ritrovarli ancora accanto a noi di San Casciano per combattere insieme”.

Domenica ha annunciato il suo addio al calcio: nelle ultime è stato tuo compagno di reparto in attacco. Quanto è stato importante il ritorno di Antonio Marcelli?

“E’ stato fondamentale, sia in campo che nello spogliatoio. È una persona straordinaria, vera, umile e con una grande passione per questo sport. È un esempio. Domenica quando è uscito ci siamo ritrovati a sedere accanto in panchina, e vedendolo piangere sotto la maglietta ho fatto fatica a trattenere le lacrime. Posso solo ringraziarlo ed essere onorato di essere stato il suo ultimo compagno di reparto. Le sue parole le porterò sempre con me (anche se qualche volta l’ho fatto arrabbiare e non lo consiglio a nessuno…)”.

Guardiamo infine avanti. L’anno prossimo Giulio? Sempre con la maglia gialloverde?

“Quando sono tornato qui, scendendo in Seconda categoria, ho detto che il mio obiettivo era quello di tornare più in alto possibile con questa maglia. Per me il percorso non è finito. Ma penso anche che le ambizioni siano alla base di questo gioco. Io qui sto bene, la società lo sa e cerco sempre di dare il massimo ogni domenica per questi colori. Quando sarà il momento faremo le valutazioni del caso: ma se saremo ancora sulla stessa lunghezza d’onda… chi mi porta via da casa?”.

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