Denise Bigazzi durante la gara di Arezzo

GREVE IN CHIANTI – Denise Bigazzi, grevigiana, 31 anni. Sul suo Sceicco nei giorni scorsi è arrivata seconda in una delle durissime gare di Endurance.

Ovvero, come ci spiega lei stessa, “una disciplina equestre dove si mettono a dura prova la resistenza e la performance di cavallo e cavaliere…”.

Denise, seconda nella categoria CEN B 81 km alla 3a Endurance Ride di Arezzo: di che gara si trattava?

“Di una gara regionale su tre tappe: Arezzo, Montalcino e Grosseto”.

Per noi “profani”, raccontaci meglio la disciplina ippica dell’endurance.

“Si tratta, come detto, di una discplina che mette a dura prova cavallo e cavaliere. Le categorie si svolgono su anelli di 30 km in campagna. Si parte dalle categorie più basse 30 km, 60 km, studiate per i giovani cavalli e chiamate di regolarità (dove la vincita viene determinata dai migliori parametri vitali del cavallo): sono proprio le prime gare per abituare i giovani cavalli che intraprendono questa carriera a sviluppare resistenza e competenza di gara”.

E poi?

“Le 90 km, 120 e 160 km, chiamate di velocità: dove vince chi arriva primo, ma solo se passa la visita finale dei parametri vitali messi alla fine di ogni giro. Alla conclusione di ogni anello di gara (ogni 30 km, che si ripetono a seconda della categoria che si va a fare) vengono presi i parametri vitali del cavallo al cancello veterinario (cuore, regolarità intestino, mucose e livello di disidratazione), e viene effettuato un trotto in linea retta per verificare eventuali anomalie di andatura. Se i parametri sono ok si può procedere con la ripartenza per il giro successivo, a seconda della categoria che va a svolgere, altrimenti si viene eliminati. Il “vet check” è un punto fondamentale nella nostra disciplina, che basa fondamentalmente la performance sulla salute del cavallo: poiché lo sforzo che gli viene richiesto è seriamente impegnativo”.

Da quanto tempo la pratichi. E dove ti alleni?

“Pratico questo sport dal 2015, e principalmente mi alleno nel territorio del Chianti Classico. Vario a seconda del chilometraggio che devo effettuare in preparazione delle gare. Il nostro giro di routine prevede un’uscita di almeno un paio di ore. In genere arriviamo al Castello di Verrazzano e torniamo a casa. Gli allenamenti devono essere in dislivello, per aumentare concentrazione, percezione e apparato muscolo scheletrico. E e in andatura in piano. Siamo arrivati fino a Mercatale in allenamento”.

Sceicco è il tuo cavallo abituale? E che rapporto c’è fra chi cavalca e il cavallo nella vostra disciplina?

“Sì, lui è il mio cavallo. Sceicco l’ho comprato nel 2017: la cosa buffa è che non volevo né un cavallo grigio, né un cavallo castrato e invece mi sono ritrovata con un grigio castrato. Lui mi ha conquistata quando sono andata a vederlo, anche se non lo volevo. Lui è il mio migliore amico, ci vediamo tutti i giorni due volte al giorno, a costo di svegliarmi all’alba o andarci quando fuori è buio, fa freddo o piove”.

Una sorta di… fratello insomma.

“Abbiamo un rapporto fraterno: ci capita molto spesso di litigare, anche se sembra strano dire che una persona litiga con un cavallo. Ma il rapporto che si viene a creare è simbiotico, una sorta di centauro dove la persona è la testa e il cavallo il corpo; solo che a volte il corpo non è propriamente d’accordo con quello che dice la testa, ed è difficile rapportarsi con animali di 500 kg che possono travolgerti e ucciderti da un momento all’altro, solo perché hanno paura di una busta di plastica. La loro percezione è diversa dalla nostra, e spesso i “profani” non capiscono cosa si prova ad avere 500 kg di muscoli in mano. Che possono ammazzarti da un momento all’altro: per una cosa banale come una persona nascosta dietro un cespuglio, un clacson o un fagiano. Ma è la sensazione più bella del mondo”.

Prossimi appuntamenti?

“Prossima gara in programma dovrebbe essere a luglio, ma vediamo. I cavalli sono animali con i quali programmare è quasi impossibile, fra infortuni e problematiche varie”.

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