Mettiamoci in testa che la società è padrona delle proprie scelte.

Io difendo totalmente il sacrosanto diritto della società di disporre del proprio denaro e delle occasioni del mercato come meglio crede.

Hanno voluto cedere Vlahovic a gennaio perché temevano di non avere più l’occasione di ricevere quella cifra “monstre” che poi hanno ricevuto?

Hanno voluto prendere due calciatori giovani ed emergenti a costi favorevoli perché nel caso in cui fossero sbocciati avrebbero potuto fare due plusvalenze importanti?

Hanno evitato di prendere un 27enne pronto perché la valutazione probabilmente era troppo alta?

Io difendo con forza questo diritto. Sono scelte sacrosante e nessun allenatore può certo rompere i coglioni di fronte a quello che una società ha diritto-dovere di fare: ovvero far navigare il club nella sicurezza di conti, con una rosa all’altezza dei progetti.

Semmai è diritto-dovere di un tifoso discutere questi progetti.

Attualmente, quel che abbiamo visto è un presidente che a parole è anti-juventino fino al midollo, che a parole ha il sogno di far vivere alla città una Fiorentina importante e vincente, ma che nei fatti sta crescendo con grande lentezza, con scelte calcistiche sconsiderate ma quantomeno molto oculate.

Noi tutti avremmo voluto tenere Vlahovic e comprare Berardi ed è nostro diritto averlo preteso e sognato.

Non è accaduto, pieno diritto della società di aver operato così, pieno diritto del tifoso avere un giramento di coglioni immane. Prendere Berardi e tenere Vlahovic avrebbe probabilmente significato la Champions League e quindi una grossa e immediata crescita.

Con conseguenti grossi e immediati costi in più.

La società non la pensava così, i tifosi sono rimasti pressoché in silenzio (al netto di un “pagliaccio” vigliacco quanto semi-invisibile, unico segnale di disagio o quasi di una tifoseria comunque ferita per la cessione del proprio miglior calciatore alla diretta concorrente nonché acerrima rivale), l’allenatore deve continuare a fare l’allenatore pur con un’abnorme incazzatura.

Il problema è nato dopo la “mossa Kansas City”, ovvero l’accordo con Ramadani, che non è piaciuto per niente al signor Barone, inadeguato ogni secondo di più. Eppure il buon Fali da sempre collabora con grande profitto con i nostri colori, cosa sta accedendo or quinci?

Di certo la volontà di marcare il territorio è un marchio di famiglia e così come fu fatto pubblicamente con Vlahovic infamato di fronte al pubblico dopo il suo “se mi fanno il contratto io firmo”, adesso si è scelta una via diversa ma altrettanto chiara, facendo esplodere tramite i media la finta bomba della “clausola rescissoria”.

La notizia non è quella percepita dal “popolino” però, ovvero l’apparizione di questa strana clausola, che di fatto ci è sempre stata. La vera notizia era il botta e risposta mediatico tra allenatore e dirigenza.

Io mi prendo Ramadani per guardarmi meglio intorno perché le ambizioni che speravo ci fossero non le vedo più e io ti rispondo che faccio come mi pare e se mi porti i soldi della clausola vai dove vuoi.

La vera domanda è perché anche questa proprietà fatica così tanto a prendere una direzione sportivamente giusta.

Perché non fare carte false per arrivare a Sartori, che verrebbe anche a piedi a patto di avere un progetto sportivo vero sul quale lavorare?

C’è davvero la volontà di fare un mercato coi fiocchi in caso d’Europa? E per mercato coi fiocchi non intendo l’arrivo di 2-3 calciatori di prospettiva non condivisi con l’allenatore, ma l’arrivo di 3-4 calciatori precisamente indicati…

Oppure siamo ancora a parlare di alibi… . Di proprietà nuova, di giornalisti cattivi e di giocatori-allenatori voltagabbana e tizio ci dica che non vuole andare alla Juve?

La paura che si sia cambiato tutto per non cambiare nulla, tragicamente serpeggia.

@RIPRODUZIONE RISERVATA