Cosa accade adesso?

Adesso devono accadere solo cose belle, perché spingeremo tutti in quella direzione, perché in campo abbiamo una delle squadre più convinte del campionato e il centravanti più forte d’Italia, di gran lunga.

Dopo anni passati a sopravvivere attraverso il sarcasmo, dopo un lustro a guardare il nulla cosmico che veniva proposto, dopo la proprietà più terribile che ci sia mai stata a Firenze adesso ci meritiamo di lottare per qualcosa di vero, di calcistico, qualcosa che non esisteva da tempo.

Ovvio che non serva giudicare troppo bene la gara contro la Salernitana, una turista della Serie A, per poter tessere le lodi di Italiano & co., ma anche questa aiuta.

Ci sono stati una quindicina di minuti di calo, il solito maledetto calo, ma il mister era lì incazzato come una iena a sottolinearlo e i ragazzi sono stati capaci di ripartire, resistere e segnare altre due reti. Segno che non si tratta di un problema fisico, ma caratteriale.

La Fiorentina è una macchina imperfetta, cresciuta anche grazie a sconfitte stupide, che ha lavorato sulle proprie lacune colmandole nella maggior parte dei casi e che ha una struttura definita, pronta per essere modificata e perché no, ad evolversi.

Tantissime volte ho scritto con tristezza in questi ultimi due anni perché avere un allenatore come Iachini non dava alcun futuro e perché bastava guardare qualche partita per rendersi conto che solo le squadre con un progetto tecnico vero avevano motivo di esistere.

L’Atalanta in primis, il Sassuolo da tempo, l’Empoli da sempre erano alcuni degli esempi più lampanti di un panorama che lasciava grande spazio al calcio e a chi aveva voglia di farlo.

L’arrivo di Gattuso dava garanzie a livello di mercato ma il successivo ingaggio di Italiano ne dava molte di più sul profilo tecnico e le promesse sono state mantenute.

Adesso c’è un percorso semplicissimo da fare.

Convincere Nico Gonzalez a giocare sulla destra. Catechizzare Sottil e fare in modo che continui a giocare con questo carattere. Inserire in campo Maleh sempre più spesso fino a renderlo titolare inamovibile.

E fuori dal campo: cercare subito 2-3 giocatori di grande livello che possano alzare il livello, due esterni (uno d’attacco e uno di difesa) e  un centrocampista.

Fare l’impossibile per rinnovare con Vlahovic, chiamare il Papa, chiamare il presidente del consiglio serbo, dargli 10 milioni annui se serve (facile per me, non sono i miei…) oppure trovare un acquirente per giugno e investire il ricavato in giovani di grande prospettiva, meglio se già con buona esperienza nel nostro campionato.

Difensori come Bremer, centrocampisti come Frattesi e attaccanti come Raspadori e Scamacca.

Dusan ci sta dando una mano a livelli incredibili, non pensavo che lo avrei mai scritto ma il livello è quello di Toni o di Batistuta. Sostituirlo sarà un gran problema e per questo spero che rimarrà ancora qualche anno qui. Ma l’uomo davvero da blindare è Italiano.

Questo è l’ultimo step di questo “percorso semplicissimo”: dargli le chiavi della squadra per 4 anni e fare in modo che i nostri dirigenti acquistino calciatori che gli piacciono. Il futuro sarà nostro.

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