E adesso facciamoci misurare serenamente la febbre, senza paura di niente.

Siamo vaccinati, pluritamponati, non vi è pericolo. Qualsiasi cosa sarà non ci fermerà.

Perché questa Fiorentina ha ampiamente superato la prova di maturità di Genova e di conseguenza non può che affrontare la partita di oggi contro l’Inter con la più totale spensieratezza, un approccio che potrebbe essere la chiave per una partita proibitiva sulla carta.

I nerazzurri (o quel che rimane dei loro colori) sono chiaramente la miglior squadra d’Italia e per batterli servirà una Fiorentina perfetta.

Non basterà quella splendida squadra che abbiamo apprezzato nelle ultime 3 vittoriose gare, tutte macchiate da qualche piccola sciocca amnesia. Anche perché i campioni d’Italia in carica hanno una mediettina da quasi 4 gol a partita, non proprio poco.

La Fiorentina ha dimostrato di saper tenere il campo con attenzione e ompattezza, il Genoa è uscito a fatica dalla propria metà campo per tutta la partita e l’unico dubbio era riuscire a trovare il gol in una giornata “normale” di sua maestà Vlahovic.

Poi il gol lo ha trovato quel favoloso talento che è Riccardo Saponara, mio pupillo da sempre, che purtroppo solo saltuariamente si ricorda di avere fiducia di sé stesso; ha bisogno di un allenatore di cui si fida per crederci davvero e mettersi i panni del fenomeno che troppo spesso lascia sulla sedia di camera.

Riguardate il suo fendente che buca Sirigu: non è il classico tiro a giro con l’interno piede. Si tratta di un vera e propria bordata di collo interno che passa a velocità warp e muore a 2 quadratini di rete dal palo. Velocità, forza e precisione. Non è una roba così comune.

Per non parlare del suo assist, quasi assurdo, che taglia fuori sia il tifoso che guarda la tv, sia la difesa avversaria. Ci pensa poi l’altro talento cristallino di questa squadra, quel Jack Bonaventura forse dato per bollito troppo presto, che se guardate bene ha appena compiuto 32 anni, non 40.

Chissà in quanti, all’inizio del secondo tempo, hanno sospirato vendendo lui e non il giovane rampollo Sottil… . Beh, ora spero che sia tutto chiaro.

Abbiamo delle armi. E sarebbe il caso di sottolineare ancora una volta che le avevamo anche prima, ma che il tiratore scelto era uno con enormi problemi di vista.

Gli amici mi stanno spronando anche ad aprire un piccolo dibattito per rivalutare l’operato di Pradè, ma lo faccio un po’ malvolentieri. Se le sue precedenti sessioni di mercato potevano essere valutate a posteriori gravemente insufficienti, oggi col sennò di poi potremo ripensarle solo insufficienti. Ma è un esercizio che serve davvero?

Facciamo una cosa: chiudiamo al quinto posto il girone di andata e vediamo cosa combinano lui, Burdisso, Barone e chiunque altro ci metta il becco. Senza pregiudizi. E speriamo che la tenuta atletica duri.

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