Poco importa se la Fiorentina è probabilmente una delle squadre più noiose del campionato, la partita contro il Cagliari andava semplicemente vinta.

Come al solito abbiamo fatto molto per complicarcela, Prandelli compreso.

Pezzella sulla tre-quarti sente un pizzico sul flessore: si è stirato o quantomeno siamo lì. Cesare attende un po’, sperando che l’argentino possa riprendersi, il Cagliari riparte e ci trova sguarniti. È in questo preciso momento che Igor pensa bene di falciare un avversario in modo plateale e di concedere un rigore.

La Fiorentina è ad un passo dal baratro, ma Dragowski si distende sulla sua sinistra con classe sopraffina e addirittura blocca il mediocre piattone di Joao Pedro.

Nella ripresa i nostri si sbloccano e sale in cattedra sua maestà José María Callejón, un calciatore di categoria superiore che fino a oggi però non aveva fatto vedere niente delle sue splendide qualità.

Lo spagnolo rientra in campo con un piglio diverso, inizia a mettere in difficoltà i sardi e dopo un sontuoso anticipo di Martinez Quarta mette al centro un fendente talmente perfetto che anche il generoso Vlahovic è capace di depositare facilmente nel sacco.

Il difensore argentino ci ha messo un po’ prima di trovare la posizione, ma con questo gesto tecnico entra di diritto nell’immaginario collettivo come giovane sul quale puntare.

Del resto a qualcosa ci dobbiamo pur aggrappare, perché se togliamo lui, lo straordinario Dragowski, Vlahovic e qualche sprazzo di Amrabat, di cosa dovrebbe vivere il tifoso viola? Su chi e su cosa dovrebbe sognare?

Terrificante il ritorno a Firenze dei nostri non compianti ex.

Simeone ha avuto un paio di buoni spunti, ma in un caso soprattutto è stato comico provando un pallonetto solo di fronte a Dragowski ciccando quasi completamente il pallone.

Sottil invece sta piano piano arretrando sempre più il suo raggio d’azione e francamente non ha convinto né in fase difensiva né soprattutto in quella offensiva dove almeno ad inizio stagione sembrava funzionare.

Il Cagliari ci dà questa grande forza: pur non avendo giocato chissà quale grande partita ci ritroviamo vittoriosi e in una posizione di classifica meno faticosa del previsto, con la consapevolezza che 3 o 4 squadre peggio di noi dovremmo trovarle.

Al tempo stesso ci dà anche una certezza: sarà un campionato forse più difficile anche del precedente.

La Fiorentina costruisce pochissimo e ha troppa difficoltà a concretizzare.

Vlahovic ancora è lontano dall’essere un cecchino ma sicuramente la fiducia che gli ha dato Prandelli non solo è servita alla Fiorentina ma è servita tanto anche a lui. Imparerà col tempo ad essere più cattivo, sta crescendo moltissimo sotto tanti punti di vista, ma non è ancora pronto per accollarsi tutte le responsabilità.

Ha cambiato atteggiamento, ha trovato continuità, ha trovato un allenatore che crede in lui, ha trovato anche qualche gol. Adesso è ora di aiutarlo.

Mettiamogli al fianco qualcun altro capace di giocare a calcio.

Dopo aver praticamente ceduto Lirola al Marsiglia, dopo che sembrano essere arrivate offerte concrete per Duncan e Kouamé (3 buoni giocatori che però a Firenze per motivi diversi non si sono mai espressi a buoni livelli) adesso è arrivata l’ora di pensare a qualche operazione in entrata seria, però.

No svincolati, no perditempo, grazie.

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