Impossibile scrivere qualcosa in merito a Parma-Fiorentina, una partita che ha ribadito quanto siano in difficoltà queste due squadre.

Il Parma però ha davvero molte attenuanti.

Hanno cambiato allenatore a pochissimi giorni dall’inizio del campionato, hanno avuto tanti atleti bloccati dal Covid, tantissimi infortuni soprattutto concentrati nel reparto offensivo.

Ecco, la Fiorentina invece non ha praticamente avuto niente di tutto questo.

E forse quella continuità con Iachini, un uomo che col calcio del 2020 non c’entra veramente niente, ha contribuito concretamente a spezzare le gambe alla crescita di un gruppo già non coeso né completo.

L’allontanamento di Sottil e Chiesa ha portato maggior serenità di spogliatoio, ma ancora le cose non funzionano neppure su quel piano.

Vedremo come saranno tra poche ore, quando tornerà in panchina Prandelli, l’allenatore che ho amato di più in tutta la mia vita.

Cesare torna per affetto, per rivivere sensazioni speciali o forse perché ci crede davvero.

Io penso invece che sia stato chiamato solo perché Sarri avrebbe comportato un investimento a breve troppo importante (non come ingaggio, ma come contorno. Sarebbe venuto di corsa, a patto di avere nel giro di 6-12 mesi una squadra capace di competere almeno per il 4° posto) e soprattutto per zittire l’opinione pubblica arrivata oramai al culmine della sopportazione.

Del resto, la situazione è avvilente ed è ancor più avvilente colpevolizzare un mister come Iachini all’ultima chiamata importante della sua carriera che non fa altro che quello che ha sempre fatto.

Rischieremo quindi di rovinare anche quest’ultimo pezzetto di passato, così come siamo perfettamente riusciti con Pradè, con Montella, con lo stesso Iachini e non solo loro.

Prandelli servirà a calmare il tifo con un’ennesima operazione “paraculistica”. Oramai una sorta di marchio di fabbrica.

Riuscirà a responsabilizzare una rosa che ogni partita che passa lascia sempre a desiderare come atteggiamento e talvolta anche come impegno.

Si accontenterà un contratto modesto sia come stipendio che come durata.

L’uomo giusto al momento giusto insomma.

Per Commisso però. Non per la Fiorentina.

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