Giulio Giordani

TAVARNELLE (BARBERINO TAVARNELLE) – Dalla chiacchierata con Giulio Giordani, e dalle voci del dietro le quinte, rimane la sensazione che il “Cobra” sarebbe comunque rimasto volentieri anche al San Donato Tavarnelle.

Se ci si fosse mossi con tempi diversi, forse non si sarebbe neanche guardato intorno.

Ma la storia ha preso, come spesso succede, percorsi diversi: e il guardarsi intorno dell’attaccante (ma all’occorrenza anche centrocampista) di Anzio, lo ha portato a sposare uno dei progetti più ambiziosi di questa stagione in Serie D, quello dell’Aglianese.

E a dire addio alla maglia gialloblu, dopo tre stagioni “elettriche”, impreziosite in particolare dalle due “mezze gestioni” di Roberto Malotti. Anni in cui ha indossato anche la fascia di capitano.

Giulio, è stato un po’ strano vedersi addosso colori diversi dopo questi tre anni vissuti intensamente al San Donato Tavarnelle?

“I colori della maglia saranno diversi, ma la voglia fare bene resta la stessa. Sicuramente la maglia gialloblù mi ha dato e mi lascia tanto, per questo farà sempre parte di me. E comunque come hai detto, sono stati tre anni intensi e belli”.

Giulio Giordani con la nuova maglia dell’Aglianese

Come è maturata l’idea di cambiare squadra?

“Qui mi sono sempre sentito a casa e sarà così anche in futuro. Sono stato molto combattuto nella mia scelta, ma ho fatto la cosa giusta per me. Una nuova sfida, un nuovo ambiente con ambizioni importanti. Non vedo l’ora di iniziare!”.

Giulio Giordani

Hai parlato con il mister Indiani e il ds Bicchierai? Da quel che ci risulta comunque la società avrebbe puntato ancora su di te…

“Diciamo pure che non ero partito con questa idea. Ho avuto modo di confrontarmi con il San Donato Tavarnelle. Ma come ho detto ho trovato l’interesse dell’Aglianese e di mister Francesco Colombini molto stimolante!”.

Cosa ti rimane impresso di questi tre anni? Momenti top?

“Sono stati tre anni sicuramente indimenticabili, ho trovato una famiglia! Certo, ci sono stati momenti belli e meno belli, ma di tutte le emozioni vissute non posso soffermarmi su un solo momento”.

Ti rimane qualche rimpianto?

“Ho sempre dato il massimo, questo è quello che sono come uomo e poi giocatore, per questo nessun rimpianto! Certo però la finale di Coppa Italia con mister Roberto Malotti…”.

Ad Agliana trovi molti ex compagni, e una campagna acquisti faraonica. Sarete la squadra da battere?

“I proclami li lasciamo fare agli altri, ho parlato con qualche compagno e appunto con mister Colombini. E tutti mi sono sembrati carichi e decisi, un’ottima premessa. Starà a noi dimostrare chi siamo sul campo, e abbiamo tutte le possibilità per farlo. Uno spogliatoio fatto di giocatori forti con il quale avrò il piacere di lottare ogni domenica”.

Cosa ti senti di dire all’ambiente di San Donato e Tavarnelle? C’è qualcosa che ti mancherà in particolare?

“Ringrazio ovviamente tutti. Portare la fascia da capitano è stato un onore, tanto grande quanto bello! Lascio un ambiente sano, una famiglia fatta di due paesi. Persone umili, buone, che mi hanno sempre dimostrato affetto e fatto sentire a casa. A partire dai bambini che allenavo, il mio amico e capitano Francesco Frosali. A loro, a tutta la società, con il presidente Andrea Bacci che per me è stato una figura di riferimento per me, va un grande abbraccio e grosso in bocca al lupo”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA