Bruschettini sul pallone. Dietro di lui Vendrame (coi calzettoni abbassati "alla Sivori") (foto per gentile concessione di Bruno Bruschettini)

SAN CASCIANO – “Ezio lo vedevi sempre con la chitarra in mano, gli piaceva suonare l’Isola di Wight. Aveva l’animo del contestatore. Lui era un gran matto, in senso buono. Ma chi lo avrebbe mai pensato che un giorno avrebbe anche scritto libri?”.

Mezzo secolo dopo il ricordo di quei giorni e di quel suo originale compagno di squadra è vivido, sorridente, affettuoso per Bruno Bruschettini, uno dei volti storici del calcio sancascianese (a lungo allenatore ma prima protagonista in Serie B negli anni ’60 con Bari e Parma, dopo il settore giovanile nell’Inter).

Ezio Vendrame è morto un paio di giorni fa ed è stato uno dei giocatori più controversi degli anni ’70. Piedi da fuoriclasse ma personalità controcorrente. Tanto da essere chiamato il “George Best” italiano.

Nella stagione 1969/70 Ezio giocò nel Siena, in prestito dalla Spal. Per i bianconeri, sotto la presidenza di Danilo Nannini, fu una stagione tormentata: tre allenatori (Diotallevi, Piacentini, Mannucci), il terz’ultimo posto e la retrocessione in Serie D, per un punto di distacco dall’Olbia, non senza qualche piega oscura sui risvolti poco chiari dell’annata.

Ed è proprio in quella stagione che le strade tra il giovane attaccante friuliano classe ’47 e il più esperto centrocampista chiantigiano classe ’43 si incrociano.

Il ritratto è quello di un giocatore anarchico: “Teneva i calzettoni giù, alla Sivori – ricorda Bruschettini – I capelli lunghi. Era sempre scanzonato e estroverso. Un palleggiatore fine, ma giocava soprattutto per l’applauso. Se perdeva palla, mica tornava indietro a recuperarla. Non seguiva volentieri quello che gli dicevano gli allenatori”.

una formazione di quell’anno: Bruschettini è il primo in alto a sinistra. Accanto a lui Vendrame (foto per gentile concessione di Bruno Bruschettini)

“Dopo quella stagione, ci siamo persi di vista – prosegue – Io rimasi a Siena, lui un paio di anni dopo andò al Vicenza e ce la fece a giocare in Serie A e questo mi fece davvero piacere, anche perché aveva i numeri giusti a livello tecnico”.

L’occasionissima Vendrame la ebbe nel Napoli di Luìs Vinicio, che arrivò secondo dietro la Juve. Ma Vendrame giocò solo tre partite e non legò mai col tecnico.

“A Siena però el gruppo si inserì bene – continua Bruschettini – Tra l’altro mi pare anche al tempo fosse già sposato e avesse un figlio. Il problema era semmai il rapporto con gli allenatori. Non amava le direttive e loro non gli facevano portare in ritiro la chitarra. E lui proprio soffriva tutte le volte che il sabato si doveva andare in ritiro”.

Nei tanti libri di memorie calcistiche che Ezio ha scritto, ha ricordato un episodio proprio del periodo senese. Comprò un cappotto extralusso che desiderava da tanto e che costava un capitale anche per un calciatore ben pagato. Ma subito dopo incontrò per strada uno zingarello che aveva freddo e glielo regalò senza pensarci due volte. “Lui aveva più freddo di me” si giustificò poi.

Bruschettini sul pallone. Dietro di lui Vendrame (coi calzettoni abbassati “alla Sivori”) (foto per gentile concessione di Bruno Bruschettini)

“Non conosco quell’episodio – dice Bruschettini – Ma rientra perfettamente nel personaggio. Non stento a immaginarlo. Ricordo invece quando giocammo contro la Spal al ritorno a Siena. Perdemmo tre a zero. E lui, proprio in quanto ex, fu molto contestato dai tifosi senesi, insieme al portiere Toni e a Gambin. A Ezio i tifosi davano del venduto. Ma in realtà giocammo male tutti quanti”.

Quello strano personaggio gli è sempre rimasto in mente: “Basti pensare che un amico a San Casciano da quei tempi chiama me “Vendrame”, perché quando tornavo a casa raccontavo proprio tanti aneddoti che lo riguardavano”.

Dopo quella stagione le strade di Bruschettini e Vendrame si separano per sempre. Vendrame la chiuse quel 69/70 con 31 presenze e un gol (inutile) a Imola. L’anno successivo sarebbe andato al Rovereto sempre in C.

Bruschettini invece concluse proprio a Siena la sua carriera, dopo altre 4 stagioni in bianconero: in totale 199 presenze e 43 gol in sei annate (e 10° posto nella classifica all-time della Robur).

Gabriele Fredianelli

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