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PONTE A NICCHERI (BAGNO A RIPOLI) – Il calcio toscano dei Dilettanti da oggi è molto più povero. Proprio nei giorni in cui il pallone ha smesso di rotolare – e nell’anniversario del suo derby Grassina-Antella che portò al “Pazzagli” più di mille persone, un anno fa – Calciocapace ci ha lasciato, dopo un brutto male peggiorato nelle ultime settimane.

Si chiamava Giovanni Giannelli, ma per tutti era conosciuto con quel nickname col quale, in prosa arguta, ironica ed elegante, sul blog Dilettanticalcio parlava del calcio toscano, soprattutto di Serie D e di Eccellenza. Lo analizzava con intelligenza e lo raccontava come fosse un mistero buffo, tra “bipedi” e “asini neri”.

“Calciocapace è il cantore delle vicissitudini dell’eccellenza girone B con un linguaggio schietto, ricco di aneddoti, giochi di parole, burle, verità bugiarde e insinuazioni che hanno lo scopo di esorcizzare e far vergognare i tanti pennivendoli che si limitano ad enunciare la lista della spesa” così si era definito una volta sul blog.

Capitava spesso di trovarlo la mattina nei pressi del “Pazzagli” di Ponte a Niccheri, a due passi da casa, a portare a spasso il cane, o il sabato e la domenica sui campi più caldi del calcio toscano, col suo cappellino in testa, le sopracciglia folte, la battuta pronta e lo sguardo tra l’ironico e il sognante.

Nel suo cuore c’erano ovviamente prima di tutte l’Antella (“il mitico rettangolo verde in cui disputa da sempre le gare casalinghe l’U.S.Antella, il campo di gioco in cui Calciocapace ha passato tutta la sua vita sportiva attiva fino al suo compiersi tanti anni fa” sono sempre sue parole) e il Grassina, di cui aveva seguito da vicino le gesta per decenni, di qua e di là dal Poggio. E la scorsa stagione si era trovato anche a premiare, durante la cena rossoverde, il suo omonimo Michele Giannelli che aveva appena deciso il derby d’andata.

Ha fatto arrabbiare tanti che poi gli sono diventati amici, perché alla fine non potevi non sorridere delle cose che scriveva.

“Nulla di quello che scrivo è pensato con cattiveria: davvero la gente pensa che un uomo di settant’anni come me possa voler fare del male a qualcuno?” ricorda questa sua frase Lorenzo Topello, addetto stampa del Grassina.

Ci mancheranno i suoi soprannomi: Bomberone Rigucci, Ciounfegato Alari, Fumino Massi, Grattaevinci Calderini, Acquapanna Guarducci e così via.

“Una persona perbene e un amante del calcio. Era il nostro Gianni Brera – racconta proprio l’allenatore dell’Antella Stefano Alari – Qualche volta mi faceva arrabbiare, ma poi era impossibile non volergli bene. Peccato non potergli dare un saluto tutti insieme ora. Sarebbe bello poterlo fare quando sarà possibile tornare a riunirsi”.

E in tanti, davvero in tanti, stanno scrivendo in queste ore parole di ricordo per lui sui loro profili social.

Tra qualche settimana il pallone tornerà a rotolare sui campi, ma per tanti senza Calciocapace non avrà più lo stesso gusto.

Gabriele Fredianelli

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