Simone Gori

TAVARNELLE – Domenica prossima, contro la capolista Ponsacco, si accomoderà come di consueto nella panchina del San Donato Tavarnelle.

Ma tavolta in piedi, dietro la riga, a dare indicazioni ai ragazzi, ci sarà Roberto Malotti. Che torna ufficialmente alla guida dei gialloblù da quella storica (quanto maledetta) finale di Coppa Italia contro il Campodarsego al termine della stagione 2017/18.

A sedere, nel nuovo (e vecchio) ruolo di “secondo”, ci sarà quel Simone Gori che in queste settimane ha garantito in maniera eccellente la transizione da Massimo Fusci, esonerato all’ottava giornata a, appunto, Roberto Malotti.

Sei giornate da tecnico in Serie D, a pochi km da casa, in quella che è stata una vera e propria lavatrice di emozioni.

Dalla vittoria con la Sinalunghese, nella prima partita preparata con un solo allenamento, a quella in trasferta di domenica scorsa a Scandicci: sei partite, due vittorie, tre pareggi, una sola sconfitta (contro il Tuttocuoio capolista a pari merito proprio con il Ponsacco). Per un ruolino di marcia di tutto rispetto.

Simone Gori con il presidente Andrea Bacci

Parla in modo pacato Gori. E’ persona educata, molto apprezzata sia dallo spogliatoio che dalla società. Lo incontriamo dopo l’allenamento del mercoledì.

Simone, ma che avventura questa…

“Davvero. Strana, emozionante. Sono arrivato qui a gennaio di quest’anno, dopo tre anni alla Sambuca (e una promozione dalla Terza categoria alla Seconda), poi quelli a Barberino, con la storica promozione in Prima categoria. Infine qui, da inizio anno, una settimana prima dell’arrivo di Malotti, con il quale adesso torno a lavorare”.

Nei mesi scorsi però ha lavorato con Fusci. Cosa non ha funzionato?

“Non lo conoscevo. E’ un allenatore che fa molto gruppo con i ragazzi. Non saprei davvero cosa non abbia funzionato: mi è parso che a un certo punto ci fosse un po’ di confusione nello spogliatoio. Sicuramente ha pesato anche il suo rapporto non proprio idilliaco con Nicola Pozzi, che è una personalità importante, un leader”.

E queste settimane dopo l’esonero, da capo allenatore, come sono state?

“Emozionanti, avvincenti. Ho trovato grande disponibilità da parte di tutti. Per quanto mi riguarda ho cercato di dare una guida che forse, a un certo punto, si era un po’ persa”.

E adesso come si torna a lavorare con un tecnico come Roberto Malotti?

“Roberto è una persona di grandi valori: da lui ho tutto da imparare. E’ eccezionale nel rapporto con i giocatori, che difende come fossero dei figli da tutto e da tutti. Pretende tanto, ma dà tanto. Un esempio? Campionato fermo per neve, domenica mattina, allenamento di oltre tre ore”.

In cosa, secondo lei, si distingue?

“Dovessi dire una cosa dico che è rimasto uno dei pochi, pochissimi, che insegnano ai calciatori la tattica in modo individuale. E’ un vero maestro in un qualcosa che non fa più nessuno ormai”.

In queste settimane la società aveva annunciato il suo ritorno, ma in panchina è rimasto lei. Come è stata questa inconsueta “coabitazione”?

“Roberto si è comportato da persona eccezionale qual è, dandomi grande fiducia e lasciandomi spazio totale. Certo, ci siamo sentiti spesso a telefono, è venuto al campo. Ma non mi ha mai suggerito niente: formazione, cambi, ho fatto tutto in autonomia… nel bene e nel male”.

Con i ragazzi: durante un allenamento a San Donato

C’è qualcuno che l’ha impressionata più di quanto non avesse già fatto in passato?

“Il gruppo. Mi ha stupito tutto il gruppo per il modo in cui si è messo completamente a disposizione. Sono uomini di valore che fanno del sacrificio una componente importante. Poi, certo, ci sono leader come Pozzi, Gemignani, Zambarda, Frosali, che hanno dato l’esempio a tutti. Penso a Nicola che ha giocato due partite con le infiltrazioni: lanciando però un segnale, dicendo… io ci sono”.

E domenica sarete insieme contro il Ponsacco degli ex Colombini e Caciagli: come si prepara una partita così difficile?

“Lavorando sodo. Ma quando giochi contro la prima in classifica le motivazioni sono automatiche. Il fatto poi che dall’altra parte ci siano Caciagli e Colombini… non nego che rappresenti una spinta ulteriore. Soprattutto per chi c’era lo scorso anno”.

Matteo Pucci

@RIPRODUZIONE RISERVATA

La redazione di SportChianti dà spazio, ogni giorno, a tutti gli sport nei comuni chiantigiani: calcio, pallavolo, basket, pallamano, baseball, karate, danza, ginnastica, ciclismo...