TAVARNELLE – Idee chiare. Voglia di cominciare a sudare sul campo. Prima però c’è da completare un organico che sta nascendo con le idee chiare e grande sintonia fra società, area tecnica, allenatore.

E’ un Massimo Fusci a dir poco tonico quello che incontriamo al “Leonardo Pianigiani” di Tavarnelle. Il suo, come quello del direttore generale Massimo Manganelli, è un ritorno “a casa”.

Mister ci siamo quasi, fra poco si riparte…

“Sono contento di essere ritornato, delice della chiamata della società. Un atto di stima nei miei confronti, per il quale li ringrazio. Speriamo sia un anno buono per tutti. Sono soddisfatto di avere la possibilità, insieme al direttore Manganelli e alla società, di costruire la squadra dall’inizio mettendoci del mio. Questo mi dà soddisfazione, ovviamente cercando di mantenere il più possibile il gruppo dell’anno scorso”.

Qualcuno però ha fatto le valigie…

“Su qualcuno non ci siamo riusciti, vedi Regoli e Di Vito. Li avremmo tenuti volentieri ma hanno fatto altre scelte. Che rispettiamo. Sicuramente satàà un gruppo con meno over e più under. L’obiettivo? Quello di fare un buon campionato, sperando poi di far giocare anche qualche ragazzo del nostro settore giovanile”.

Si possono già dire le prime amichevoli?

“Raduno il 25 luglio. Volevo un buon precampionato. Partiamo con il Gavorrano il 29 luglio a Roccatederighi. Poi a Coverciano contro i disoccupati di C. Poi Primavera della Fiorentina a Firenze. Poi abbiamo la Pistoiese e il Grosseto a Tavarnelle. Stiamo cercando la sesta, anche in questo caso vorremmo una amichevole importante”.

Torniamo all’obbiettivo che vi siete prefissati. Il dg Manganelli sussurrava playoff…

“Questo è il mio quinto anno di Serie D. Io credo la che riconferma di alcuni ragazzi come Colombini, Frosali, Caciagli, Giordani, Rosseti appena preso … dice che c’è la volontà di fare bene. Questi over sono profili importanti per la categoria. Abbiamo conferme importanti anche sui giovani come Favilli e Vecchiarelli. Vediamo Cela, Di Renzone e Motti. Molto dipende da cosa facciamo in queste settimane. Quello sposterà un po’ l’ago della bilancia. Per un campionato importante servono profili importanti. Credo che altri due-tre over arriveranno (sicuramente una mezzala e un attaccante). Poi tireremo le somme. Conoscendo la società, che in questo momento vive con grande passione la Serie D, vorrà fare bene. Vedremo alla fine: mi dà soddisfazione averci messo del mio”.

Sente addosso responsabilità maggiori in questo suo ritorno, soprattutto pensando a come la squadra ha chiuso la stagione?

“Io penso che lo scorso anno il San Donato Tavarnelle ha fatto un campionato onorevole vista la rosa che aveva. Io un rapporto con la piazza ce l’ho. Per me è una seconda casa. E questo è un nuovo anno. Lo ripeto: l’obbiettivo è quello di fare un buon campionato e vedere se riusciamo a far giocare qualche ragazzo del settore giovanile. Poi il mercato fa la differenza. Oggi, ad esempio, purtroppo uno come Picascia non ce lo possiamo permettere, c’è attenzione al budget. Così come non ci possiamo permettere sette attaccanti come lo scorso anno”.

Massimo Fusci. Il suo è un ritorno al San Donato Tavarnelle

C’è un modulo di base?

“Io ho giocato molto 4-3-1-2, ma volevo ripartire con la difesa a tre. Poi vedremo, i numeri contano fino a un certo punto. Di sicuro dobbiamo fare due cose: prendere le stesse reti dello scorso anno (o forse qualcuna in meno); alzare l’asticella di quelli fatti. Mancano almeno venti reti. Serve un gruppo con gamba, struttura fisica, che difenda bene. E 6-7 ragazzi che possano andare a rete”.

Il suo staff?

“Molto giovane. Il mio secondo rimane Simone Gori, che ha 40 anni. Il preparatore atletico Francesco Martelli, 29. Preparatore dei portieri Mattia Volpi, che di anni ne ha 28 e allena l’under 19 femminile portieri”.

C’è un nome su cui sie sente di scommettere forte? Se ad esempio le facessimo il nome del “Cobra” Giordani?

“Un centravanti deve avere nella testa l’idea di attaccare i pali. Chi gioca davanti deve avere questo in mente. Giordani dovrà allenarsi bene, prepararsi, avere fiducia e lavorare per arrivare a quindici reti. Andare in doppia cifra per un attaccante è doveroso”.

Matteo Pucci

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