TAVARNELLE – La vigilia della finalissima di Coppa Italia Dilettanti scorre tranquilla “in casa” del San Donato Tavarnelle.
Al “Leonardo Pianigiani” ultimo allenamento e pranzo tutti insieme: verdure lesse, pasta in bianco o al pomodoro, prosciutto crudo e formaggio, crostata.
C’è Picascia accanto a Colombini, che non potrà giocare per squalifica. E poi Carnevale, Nicola Pozzi, il “Cobra” Giordani in capotavola che sogna di bissare la rete in semifinale, capitan Caciagli come sempre presenza forte e discreta.
Tutti pronti per andare in ritiro al Borgo di Cortefreda, novità per l’occasione. I ragazzi staranno tutti insieme, domani pranzo leggero e partenza per il “Bozzi”.
E’ venuto anche il parrucchiere per dare una sfoltita a barbe e capelli: si ride, si scherza, c’è armonia insomma.
Del resto il clima di famiglia qui al San Donato Tavarnelle è una delle pietre fondanti. Lo sa bene mister Roberto Malotti, che proprio per questo motivo si è trovato benissimo fin da subito. Da quando venne chiamato al posto di Simone Marmorini a inizio 2018.
Lo incontriamo mentre sta facendo la lista dei biglietti da acquistare per i tanti, tantissimi che glieli hanno chiesti. Domani sarà una giornata speciale anche per lui.
La voce è quella roca di sempre. La tensione pre gara inizia a farsi sentire: la si stempera anche con il cane, un bellissimo bestione nero, che qui si sente (anche lui) a casa.
Mister, come arriva questa squadra alla finalissima di domani contro il Campodarsego?
“In pullman… . Scherzi a parte la squadra affronta l’impegno dandogli l’importanza che ha, ovvero tantissima. Con entusiasmo ma anche grande serenità: siamo consapevoli che è stato bellissimo arrivare fino qui, fare il passo finale sarebbe splendido”.
Guardandola, sembra davvero che qui lei si senta a suo agio…
“E’ l’ambiente ideale, pieno di valori, dove si lavora con amore ed entusiasmo. Sono i luoghi perfetti per un allenatore come me, che allena per passione e non per lavoro”.
Viene quindi subito da chiederle se è un luogo in cui… vorrebbe rimanere anche il prossimo anno…
“Domanda da non fare alla vigilia di una partita importante come quella di domani, ma una risposta la voglio dare. Faccio l’allenatore da 23 anni, e solo una volta ho preso la squadra dall’inizio della stagione. Come tutti sanno sono una sorta di specialista nell’entrare a stagione in corso. Detto questo, se il prossimo anno non faccio calcio a San Donato… non lo faccio altrove”.
Formazione già chiara in testa? Deve fare a meno di tre squalificati top come Regoli, Colombini e Di Renzone.
“La formazione la faccio la mattina della partita, ma ovviamente ho già un po’ di idee chiare. A parte gli squalificati tutti gli altri sono disponibili: questo è un gruppo importante, fatto di ragazzi che possono competere con tutti. Ovviamente rispetto ad altri squadroni dobbiamo sbagliare poco o niente: ma nel calcio, per fortuna, non c’è niente di scritto. Sta solo a noi”.
Ha visto il Campodarsego? Che squadra è secondo lei?
“Sono andato a vederli. Sono una squadra forte, importante, con grandi potenzialità tecniche. Tipo il Potenza insomma”.
I suoi ragazzi la seguono e tutti remano nella giusta direzione. Lei, come tutti sanno, è uno tosto: ci svela, infine, il suo segreto per creare gruppi così uniti?
“Alleno per quello che sono, non distinguo fra la persona che sono fuori dal campo e l’allenatore. Poi parliamo di tutto, di moduli e di tutto il resto. Ma prima ci sono le persone: ho pregi e difetti, e un carattere forte. Chi mi prende sa che voglio fare alla mia maniera, senza interferenze. E qui ho trovato il clima ideale per lavorare”.
La squadra si alza. Sono pronti ad andare in ritiro. Il presidente Andrea Bacci sta andando a prendere una griglia perché domani, prima di partire, in 20-25 faranno una salsicciata tutti insieme. Insomma, avrete capito l’ambiente… .
Salutiamo mister Malotti e ci diamo appuntamento, insieme agli altri 500 tavarnellini che hanno acquistato il biglietto, al “Bozzi” delle Due Strade. Fra sciarpe e bandiere gialloblù. Per un 19 maggio che, comunque vada, sarà indimenticabile.
Matteo Pucci
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