TAVARNELLE – Li lega il soprannome. Li lega il San Donato Tavarnelle. Li lega questa stagione memorabile. Sono i due “Cobra” gialloblù. Pronti a colpire.

Sono quelle storie che possono nascere solo nei paesi. Dove il calcio, nonostante qui si sia in Serie D, semi professionismo, è vissuto ancora come una passione. Vera e travolgente. Un legame con la propria comunità.

Il primo è Giulio Giordani, professione attaccante. Laziale (e tifoso della Lazio), attaccante di movimento, generoso, ma capace di buttarla dentro al momento giusto.

Come mercoledì scorso, quando ha scolpito l’1-0 in diagonale dopo l’assit in rovesciata del “gemello” Vieri Regoli.

Poi la corsa verso la bandierina, sotto la “tribuna” con i tifosi locali, assiepati fra “greppo” (come si dice da queste parti) e pini. E l’urlo liberatorio.

Il secondo è Simone Cavuoti. Fisico ben diverso… dall’altro Cobra. Anche se comunque ogni tanto si dà da fare sul ring.

Lavora al ristorante “La Fattoria”, alla Romita. Personaggio stra-conosciuto a Tavarnelle. Sincero, travolgente, unico.

Mercoledì 25 aprile era nella “zona rossa” del tifo locale. Fra bandiere, fumogeni. Con la sua verve caratteristica.

E, dopo il fischio finale, via ai “caroselli” in paese con la sua “macchinina” ormai divenuta leggendaria.

Sono loro i due “Cobra” segreti dei gialloblu: uno dà l’anima in campo; uno sugli spalti.

Sono loro i due “Cobra” che cercheranno di spingere il San Donato Tavarnelle a chiudere in bellezza un sogno che fa vivere, da giorni, su una nuvola. Un sogno chiamato Coppa Italia.

Pu.Ma.

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