SAN CASCIANO – Milko Alinari , Assistente Capo della Polizia di Stato, da ormai molti anni ogni mattina da San Casciano raggiunge la sua sede di lavoro, in via Sercambi a Firenze, in bicicletta.

Una passione, quella della bici, iniziata in età adulta dopo i trentacinque anni, per tenersi in forma, riuscendo a coniugare il grande sacrificio fisico che la bici ti impone e allo stesso tempo quel senso di libertà ed autonomia che nessun altro mezzo di trasporto ti sa dare.

“All’inizio- ci racconta Milko – il tempo per dedicarmi al ciclismo non era molto e allora pensai di andare in bici al lavoro a Firenze. Ma andare e tornare in bici era faticoso e così facevo il viaggio di andata in bici e quello di ritorno con lo scooter. Il giorno dopo andavo al lavoro con lo scooter, portandomi dietro l’abbigliamento per la bici e tornavo a casa. Tutto un po’ per gradi, finché questo viaggio è diventato una consuetudine”.

“Parto da San Casciano – ci spiega Milko- passo da Spedaletto, faccio gli Scopeti, poi la Cassia per Siena, Porta Romana, via Tornabuoni, piazza Duomo, che ti regala sempre grandi emozioni e poi via Cavour, piazza San Marco, via Lamarmora e sono arrivato. In tutto venti chilometri netti. Al ritorno non faccio il centro anche perché ho più tempo che all’andata”.

“Così – continua Milko – faccio le rampe del Piazzale Michelangelo, i viali, poi di nuovo passo dal Galluzzo e quando posso allungo e faccio un giro nel Chianti. Faccio ad esempio Greve, Luiano, Mercale, San Casciano, oppure passo da Chiesanuova ma anche Cerbaia, Montagnana, San Pancrazio e poi a casa. Mediamente, tempo permettendo, faccio circa duecentocinquanta chilometri alla settimana”.

All’inizio la scelta di Milko era vista come una cosa strana da parenti, amici e colleghi. Ma col tempo questa sua abitudine è stata accettata, anche apprezzata da molti, in un momento in cui si sta diffondendo sempre più una filosofia di vita sempre più salutista ed ecologista.

“Per me questa scelta – ci dice Milko – rappresenta il voler stare bene con se stessi e con l’ambiente, mettersi alla prova per il raggiungimento di un equilibrio interiore. Lo sport inteso in questo senso, e non il raggiungimento di risultati a tutti i costi come spesso è interpretato. Non necessariamente mettersi il numero e andare in gara, ma pedalare per divertirsi, per il piacere di farlo”.

Se poi si pedala in compagnia di un amico è ancora meglio. Spesso Milko infatti si ritrova con Matteo Roggi, figlio di Moreno Roggi, che è stato anche premiato pochi giorni fa al Granfondo del Gallonero grazie ad un’ottima prestazione. E con lui si spinge fino a Figline Valdarno, come è capitato in questi giorni.

“Le mie uscite – ribadisce Milko- non sono corse di allenamento, bensì delle sgambate da amatore, che non hanno vincoli perché sono delle pedalate di piacere a cui unisco il dovere di andare al lavoro. E visto che ci devo andare… ci vado in bici”.

“Il messaggio che vorrei dare – conclude Milko- è che la bici ti rende libero, perché ti dà la garanzia che quando parti sai quando arrivi. Io sono certo di arrivare al lavoro in tempi certi perché con la bici supero i limiti del traffico. Per questo la chiamo il mio “strumento della felicità” che mi fa godere della vista del Duomo, quando entro dentro la storia a Sant’Andrea in Percussina. O quando vedo un paesaggio tra i più belli d’Italia lungo la strada della Romita”.

Silvia Luis

@RIPRODUZIONE RISERVATA