Nel mio ultimo articolo lo avevo scritto, il nostro campionato iniziava domenica.

# ARTICOLO / Il nostro vero campionato inizia adesso: Thereau un po’ mi rassicura…

Pioli non si è lasciato sfuggire l’occasione di studiare una disposizione tattica più completa e ha utilizzato la sosta alla perfezione, lavorando soprattutto su Benassi e sui terzini, apparsi personaggi viventi anziché figuranti del presepe come al solito.

Unico rammarico quello di aver giocato una partita un po’ troppo “facile”, che il Verona ha affrontato in modo così imbarazzante da non essere stato un test neanche troppo attendibile.

Quel che è certo è che i nostri ragazzi così prendono fiducia nei propri mezzi ed è esattamente quello di cui avevamo bisogno.

Thereau ha portato freschezza e classe a dispetto dell’età e della carriera, dando sicurezza a tutto il reparto.

Benassi ha finalmente capito cosa Pioli cerchi da lui ed è stato fondamentale insieme a Badelj ed all’immenso Veretout, clamorosa sorpresa di questo inizio di stagione, soprattutto per quel pregio che oramai tanti centrocampisti non hanno più: il tiro da lontano.

OK, ora che ho snocciolato tutte le banalità di cui ero capace torno me stesso.
Naturale che non possa essere tutto oro quello che è luccicato al Bentegodi.

Domenica contro il Bologna sarà tutt’altra gara, considerando soprattutto che la squadra di Donadoni ha messo in difficoltà il super Napoli per oltre un’ora di gioco: un’impresa di questi tempi.

Tra i felsinei il pericolo numero uno sarà quel Verdi che a me tanto piace e che in estate vedevo come unico vero sostituto di Bernardeschi. 25enne, nel giro della nazionale, infortunato di recente: il profilo ideale per una squadra come la nostra. Peccato non aver avuto una gestione sportiva vogliosa di fare calcio ma vogliosa di sole plusvalenze.

Infine voglio spendere due parole in più per Pioli.

Vedo Simone Inzaghi, un allenatore di una squadra paragonabile alla nostra, con una gestione sportiva che in alcuni momenti ricorda la nostra (non certo la parte riguardante i trofei: 4 vittorie e 10 finali, se non erro).

Nonostante partenze come quella di Biglia e di Keita continua a parlare della Lazio come un punto d’arrivo, come la squadra per la quale tifa e che vorrebbe allenare sempre.

Non si lamenta mai di quello che gli ha dato (ma soprattutto tolto) il mercato, ascolta il simpatico Lotito e l’ancor più spumeggiante Tare, poi fa le sue scelte, poi vince le sue partite.

Pioli deve provare a fare lo stesso. E per quel poco che si è visto lo sta facendo. Pur odiando (sì, odiando) completamente questa dirigenza e questa gestione, ritengo che sia diritto del proprietario fare quello che ritiene giusto fare. Un direttore sportivo deve fare quello che gli viene richiesto, un allenatore deve allenare.

Questo Sousa non lo ha fatto per 18 mesi su 24. E a prescindere dalle false promesse che gli hanno fatto, dalle prese in giro di cui è stato oggetto, si è comportato in modo non professionale. E non credo di essere l’unico a pensarla così, visto chi sta allenando adesso (nessuno, appunto).

Pioli non deve cadere nello stesso tranello. Faccia come Simone Inzaghi: se ne fotta di tutto e alleni al meglio delle sue possibilità, dando tutto quello che ha, con gli uomini che gli mettono a disposizione.

Solo così potremo dire la nostra in questo difficilissimo campionato.

Dario Del Gobbo

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