POGGIBONSI – Ieri si celebrava il Primo Maggio, festa dei lavoratori.

Ma l’1 maggio a Poggibonsi si ricorda anche la straordinaria giornata di 32 anni fa, quando i Leoni sigillarono il primo posto in classifica nel girone F del Campionato Nazionale Dilettanti, conquistando così la promozione in Serie C2.

L’aritmetica arrivò grazie al pareggio per 1-1 contro l’Assisiangelana ad Assisi, città che proprio quel giorno ospitò la manifestazione nazionale di CGIL, CISL e UIL.

Basiamo la cronaca della partita anche questa volta sugli scritti di Romano Grazi, il cui libro “Poggibonsi nel Pallone” è fonte irrinunciabile per la memoria storica giallorossa.


ASSISIANGELANA – POGGIBONSI: 1-1

ASSISIANGELANA: Bonaiuti – Marri – Moriconi – Agostini – Scattini – Rossi – Mencarelli (65′ Loreti) – Benos – Consolo – Strettomagro – Cocilovo (84′ Cristofani).

POGGIBONSI: De Luca – Signorini – Frescucci – Mattolini – Cei – Sabatini (65′ Maresca) – Biagiotti – Malusci – Pistella -Di Prete – Fusci (72′ Piovanelli).

ARBITRO: Bolognino di Milano.

RETI: 18′ Strettomagro – 21′ Fusci

Il Poggibonsi è dunque in C2. Con il pareggio ottenuto al “Maratona”, la certezza della promozione è aritmetica.

Un successo fortemente voluto e salutato da tantissimi sostenitori che hanno accompagnato la squadra in terra umbra per assistere all’atto conclusivo.

Un trionfo accompagnato dal grido “campioni, campioni”, innalzato dai tifosi che avevano coperto di striscioni giallorossi la gradinata, ma anche il nome di Stefano Lotti è stato ripetuto a lungo nel corso dei novanta minuti.

Una gioia grande dunque, accompagnata da quella commozione tipica dei risultati conseguiti dopo tante traversie e situazioni difficili come quelle che ha avuto il Poggibonsi.

I sostenitori toscani, a fine gara, hanno portato in trionfo i giocatori, il tecnico Vettori, i dirigenti. 

C’è stata un’autentica caccia alla maglia. Qualche atleta non è riuscito neanche a salvare i pantaloncini ed i calzettoni, letteralmente strappati dai tifosi a caccia di cimeli. Insomma, una festa grande, ma anche composta e civile.

La partita è stata a tratti anche bella, in particolare nel primo tempo, quando cioè le due squadre si sono date battaglia senza esclusione di colpi.

E per qualche minuto, tre per la precisione, il Poggibonsi forse ha anche tremato.

Strettomagro al 18′ con il suo goal del vantaggio sembrava voler rappresentare il guastafeste di turno. L’apprensione dei toscani durerà però ben poco: il tempo necessario a Fusci per realizzare il pareggio.

Il Poggibonsi ha continuato poi ad attaccare, dando così l’opportunità al portiere Bonaiuti di compiere alcune parate decisive.

Nella ripresa gli animi si sono placati notevolmente, il gioco è divenuto più manovrato e meno incisivo, con le squadre più preoccupate a mantenere palla che di cercare l’affondo; una taciuta “melina” fra due formazioni soddisfatte del pareggio.

I tifosi giallorossi che non erano al seguito della squadra ad Assisi, non appena finita la partita ascoltata alle radioline, hanno manifestato la loro gioia per le vie della città, improvvisando i soliti caroselli di macchine imbandierate.

Da tempo erano certi di questa vittoria ma, bruciati da amare esperienze, l’ultima nello spareggio a Perugia con il Gubbio solo un anno prima, hanno voluto attendere la certezza matematica per dare sfogo a tutta la loro soddisfazione.

Questo non è che un piccolo aperitivo a quello che si sta preparando per domenica, in occasione dell’ultima partita del campionato, che vedrà il Poggibonsi impegnato a I’Tondo con il Città di Castello.


A quest’ultima gara, terminata 2-2, erano presenti oltre 3.500 spettatori, ma tutta la città era piena di drappelloni giallorossi per celebrare un campionato nel quale la squadra aveva fornito prestazioni di alto livello e con grande continuità: miglior attacco con 44 reti (di cui 13 per Pistella) e migliore difesa con soli 15 goal al passivo.

Purtroppo non possiamo non ricordare anche quel maledetto 28 Febbraio 1988: Poggibonsi – Tiberis (3-0), quando al settimo minuto di gioco, terminata un’azione d’attacco, Stefano Lotti rimase accasciato in mezzo all’area avversaria.

Fermiamoci qui perché questa tragedia ci ha segnato per sempre, ed è meglio limitare le parole e custodire il ricordo con sobrietà.

Aggiungiamo solo alcune frasi di Claudio Di Prete, l’ultimo a parlare con lo sfortunato giovane: “La nostra squadra attaccava, il pallone era in possesso di Stefano ed io lo spronavo ad andare avanti da solo. Invece lui ha preferito il passaggio ad un compagno. Mentre stavamo rientrando, mi giro e vedo Stefano a terra. Ancora non riesco a credere che ci abbia lasciati. Era un ragazzo d’oro, correva per tre, prendeva botte da tutti ma non si lamentava mai; in noi lascia un grande vuoto”.

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