ANTELLA (BAGNO A RIPOLI) – Dall’Antella alla Sangiovannese (stagione 2018-2019). Poi, alcuni mesi fa, l’approdo nelle Filippine. Dove adesso gioca, vive, e sta passando queste settimane di pandemia da Coronavirus.
SportChianti ha raggiunto l’antellese Christian Rontini per farsi raccontare come sta vivendo questo momento nel suo Paese “adottivo” (gioca anche nella nazionale), a migliaia di km da casa.
Christian ciao. Innanzi tutto dove sei adesso e come stai?
“In questo momento mi trovo a Quezon City, la seconda capitale che dista 30 km da Manila: per quanto riguarda il mio stato d’animo sono sereno e non vedo l’ora di tornare al più presto in quel rettangolo verde”.
Come stai vivendo questa pandemia mondiale nelle Filippine? Come la sta affrontando il Paese?
“Il virus ha sorpreso un po’ tutti, non si aspettavano di avere una carica di contagi in così poco tempo: adesso si contano più di 4.000 positivi al Covid-19 e più di un centinaio di morti. Il presidente ha scelto di adoperare le precauzioni standard mettendo la città e il Paese in lockdown, addirittura concedendo alle forze dell’ordine di sparare a vista a chi non rispetta le regole! Per quanto riguarda la mia vita, sto cercando di restare il più tranquillo e positivo possibile, rispettando le regole della quarantena nel mio appartamento, passando le giornate a leggere, allenarmi, meditare. Passando del tempo con i miei compagni e facendo video chiamate con amici e la mia famiglia”.
Dal punto di vista sportivo? Quando pensi riprenderete la vostra attività?
“Dal punto di vista sportivo? È cambiato davvero tanto: prima facevamo doppia seduta tutti i giorni. Avevamo sedute individuali la mattina e allenamento in gruppo nel pomeriggio, adesso invece facciamo sempre doppia seduta ma solo nella nostra palestra privata. La data di ripresa della competizione è ancora incerta, ma siccome hanno detto che i mesi di aprile e maggio saranno i mesi di picco massimo per il contagio molto probabilmente il campionato slitterà a giugno”.
Cosa ti colpisce di più pensando invece a come stiamo affrontando in Italia questa emergenza?
“La forza di chi, nonostante tutto, sa che prima o poi ritornerà più forte di prima. E soprattutto sono orgogliosissimo di tutto quelle persone, o meglio eroi, che non si danno tregua per riuscire a sconfiggere questo maledetto nemico invisibile. A partire dai medici in prima linea ed infermieri, per poi finire con tutti i ricercatori, gli scienziati e i volontari sanitari”.
Immaginiamo sia in contatto con casa, con l’Antella…
“Ogni giorno: attraverso le videochiamate ci teniamo in contatto sia con la mia famiglia che con i miei amici e i miei ex compagni. Ci raccontiamo come vanno le cose, come stanno vivendo questa situazione, così facendo ci teniamo compagnia per almeno una buona oretta e mezza del giorno. Anche per smorzare un po’ il nervosismo e le ansie”.
Hai pensato di tornare in Italia?
“Detto sinceramente… sì. Ma solo in caso di mancato supporto da parte della società ovvero: stipendio, il pagamento dell’affitto e i beni primari. Avevo pensato di contattare l’ambasciata italiana per voli speciali per gente che, come me, è all’estero. Per fortuna il presidente della squadra ci ha fatto capire che le cose qui sono sotto controllo, e che lui è il primo ad essere preoccupato per noi. Ma non dobbiamo aver timore perché quello che ho detto ci sarà garantito”.
Matteo Pucci
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