GREVE IN CHIANTI – Dopo due anni alla Sangiovannese, Umberto Benincasa è tornato a casa, alla sua Grevigiana.

Il giovane allenatore, classe 1995, sarà infatti coordinatore tecnico della Scuola Calcio gialloblù nella stagione che va a cominciare, oltre a guidare anche la formazione classe 2011.

Dopo le soddisfazioni in Valdarno (compreso l’ultimo campionato vinto nel ruolo di preparatore atletico coi Giovanissimi del Marzocco) Umberto adesso è felice del ritorno: “Sono molto contento di sposare questo progetto: comincio con tanti stimoli e la voglia di far bene. Credo che ci siano buone basi per fare bene. Ci vorrà l’apporto da parte di tutti, nell’ottica di un lavoro che porti alla crescita di tutto l’ambiente. Anche se il bacino d’utenza non è ampio, la Grevigiana sa lavorare bene col settore giovanile. Lo ha fatto anche nell’ultima stagione con il ritorno di Casci e credo che sarà importante continuare in una certa maniera. Ho in mente un certo tipo di lavoro molto attento e preciso, una precisa filosofia, con una programmazione dettagliata. E sicuramente sarà importante anche la collaborazione con il Siena che proseguirà e che tutti quanti condividiamo”.

Umberto, che sta concludendo la facoltà di scienze motorie, ha cominciato a giocare a Greve da piccolo, per poi passare da Sporting Arno, Tavarnuzze, Antella e quindi il ritorno in prima squadra alla Grevigiana, smettendo però presto con l’idea di fare l’allenatore. E Umberto punta molto proprio su questo senso di appartenza: “Credo che, oltre al lavoro sul campo, sarà importante insistere proprio sul valore della maglia, stimolando il desiderio dei bambini e dei ragazzi a puntare a giocare in prima squadra un giorno. Greve è un paese importante, e quella gialloblù una maglia con un storia. Dobbiamo continuare sulla strada intrapresa dalla società: anche migliorare questo trend. Ci piacerebbe tornare ad affollare lo stadio per le partite casalinghe, riassaporare la domenica sportiva vissuta dai ragazzi della scuola calcio e del settore giovanile. Anche in questo senso è importante il rifacimento degli impianti che ci permette di lavorare in un terreno buono”.

L’esperienza a San Giovanni intanto permette di fare dei confronti: “La Sangiovannese mi ha lasciato tantissimo. È un paese in cui si respira la squadra in ogni luogo: c’è grande senso di appartenza ai colori azzurri. In più c’è una straordinaria cultura del lavoro: un’organizzazione maniacale da parte della società in ogni dettaglio”.

Esperienza che, nonostante i soli 24 anni di età, Umberto riporterà con sé a Greve: “A Greve magari ci sono meno pressioni. Però siamo noi stessi che ce le dobbiamo creare, con lo spirito giusto per crescere e formare giovani calciatori come ci chiede la società”.

Gabriele Fredianelli

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