SAN CASCIANO – Una passione a 360 gradi per i motori quella del sancascianese Marco Piazzini: prima come titolare nell’attività di famiglia, la “Piazzini Autoricambi”, fondata dal padre Paolo e gestita adesso insieme al fratello Massimiliano.

Ma anche come sportivo praticante, che oltre vent’anni fa si è seduto per la prima volta sul lato destro dell’abitacolo di una vettura da rally come navigatore. Un amore senza fine, arrivando a tagliare il traguardo delle duecento gare.

Una carriera agonistica coronata di vittorie e soddisfazioni, condivise insieme a una cinquantina di piloti. Con alcuni risultati importanti nel suo curriculum: come la conquista nel 2007 del Campionato IRC (International Rally Cup) con il pilota Silvano Luciani a bordo della Peugeot 206 WRC; la vittoria nel Rally del Maremma e quella del Ciocchetto, con la consegna del riconoscimento Memorial “Icio Perissinot”, il navigatore di Attilio Bettega ed ideatore del Ciocchetto.

La vittoria nel 2008 al Raab (Rally Alto Appennino Bolognese) con la Peugeot 307 WRC conquistando anche il secondo posto, sempre quell’anno, nel Campionato IRC.

Oltre che la vittoria nel 2021 al Rally Maremma Storico con la Sierra Cosworth insieme a Valter Pierangioli; come anche numerosi sono i trofei ricevuti, ben otto come primo classificato tra i navigatori, nell’ambito della manifestazione “Il Giglio da Corsa”, organizzata ogni anno da Aci Firenze che premia i piloti e navigatori.

E anche un record personale: quello delle gare completate, oltre 150 su 200.

Marco, come nasce la passione per i motori?

“La passione nasce in famiglia, dal mio babbo, quando negli anni ’70 andava a vedere le gare. Poi l’ha trasmessa prima a mio fratello e poi a me. Anche l’ambiente lavorativo ha fatto la sua parte…”.

Ricordi la prima gara?

“La prima gara è stata al Rally del Casentino nel 2001 in coppia con Massimo Sabatini: una bella esperienza, una gara internazionale molto lunga di due giorni, con tanti chilometri. Fu subito un bel battesimo. Andò bene: finimmo la gara ed arrivammo quarti di classe”.

La gara migliore?

“È stata sicuramente il Rally Maremma nel 2007, nel Campionato IRC con la Peugeot 206 WRC, in coppia con Luciani: avevo saltato un paio di gare a causa di un incidente, quella fu la prima vittoria assoluta”.

E quella peggiore…?

“A volte non è quella con l’incidente più grosso, ma quella che ti ha lasciato l’amaro in bocca. Come il Rally del Casentino nel 2007, dove abbiamo perso la gara per la… discriminante. Su oltre 130 km di prove speciali, sull’ultima prova recuperammo tutto lo svantaggio, arrivando a pari tempo col primo in classifica: ma per la discriminante, ovvero vince chi ha fatto il miglior tempo nella prima prova, siamo arrivati secondi. Come incidente sicuramente il Rally di Casciana di due anni fa, con la Fiat 600, una delle botte più grosse mai battute…”.

Quali sono i compiti di un navigatore?

“Durante la gara è quello di gestire i tempi, tutti i vari trasferimenti e le prove speciali: perché un rally è pur sempre una gara di regolarità, bisogna rispettare una tabella oraria e tutte le tempistiche imposte. Invece, quando siamo nella prova speciale, bisogna dare le giuste note e il giusto ritmo al pilota. E capire, a seconda del pilota che hai accanto, un po’ le sue sensazioni, se è in affanno, se sta spingendo, se è tranquillo o se è agitato. E, a seconda del tono di voce, tu devi cercare di spingerlo se si sta “addormentando”; oppure “trattenerlo” se sta esagerando”.

Quindi una bella responsabilità quella del navigatore, come ti prepari alla gara?

“La preparazione di un navigatore è quella di correre: più corri e più vivi sensazioni diverse, perché se ti capitano situazioni diverse impari sia a gestirle sia a risolverle. Perché puoi sapere benissimo la teoria di gestione della gara, però se non hai anche la preparazione mentale basta un nulla che ti scombussola tutto”.

Una volta hai provato anche a sederti sul lato sinistro, ti ricordi com’ è andata?

“Una sola volta, al Rally Firenze e Prato, con la Peugeot 106 nel 2003, il terzo anno di gara, per togliermi uno sfizio e capire come funziona. Ci furono delle belle sensazioni, anche se è più dispendioso fare il pilota che il navigatore: e non puoi fare una gara ogni tanto…”.

Hai vinto tanto, anche un campionato IRC e moltissimi altri piazzamenti, hai ancora un sogno nel cassetto oppure pensi di averlo già realizzato?

“La passione non si esaurisce mai; purtroppo per impegni familiari e lavorativi il tempo a disposizione è sempre meno, l’età avanza, però si cerca sempre di non mollare e di  correre il più possibile. Poi, chiaramente, il sogno nel cassetto sarebbero quello di fare qualche gara importante: non come il coronamento della carriera, ma proprio per soddisfazione personale. E non per chiudere in bellezza perché quella gara spero che arrivi… il più tardi possibile!”.

Oltre a navigatore fai parte anche dell’ organizzazione del Rally della Fettunta, che si terrà proprio questo fine settimana, una passione che va oltre la competizione.

“Sì, ho iniziato a dare una mano ad organizzare il Rally della Fettunta con Vareno Grassini nel 2006: da quell’anno non partecipo come concorrente perché, oltre a non poterlo fare da regolamento in quanto organizzatore, la gestione ti prende talmente tanto che non riuscirei a correre tranquillo (sabato e domenica sarà sulla numero 0 – Yaris GR Sport stradale come apripista in veste di organizzatore, n.d.r.)”.

Com’è andata questa stagione?

“La stagione è andata bene, ho fatto forse meno gare del solito (soltanto cinque) ma con buoni risultati. Festeggiando la mia duecentesima gara proprio al Rally Maremma, in coppia con l’amico Marco Leoncini, su Skoda Fabia R5. Un traguardo arrivato proprio in una gara particolare, dove nel 2007 avevo vinto la mia prima gara. Poi l’avevo rivinta, in versione storica, nel 2021: quindi festeggiare in quella gara è stato davvero emozionante”.

Obiettivi e impegni futuri?

“Per il momento ancora nessun impegno, sicuramente i soliti rally con gli amici-piloti nelle gare in Toscana. Poi… vedremo!”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA