Foto di Massimiliano Piazzini

MONTECARLO (PRINCIPATO DI MONACO) – Una gara sognata e preparata nei minimi dettagli quella del Rally di Montecarlo per l’equipaggio sancascianese composto da Giacomo Matteuzzi e Alessandro La Ferla. Con un solo obiettivo in testa, arrivare al traguardo.

A bordo della Renault Clio Rally5 di Jag Sport quel traguardo, dopo quattro giorni di durissime prove speciali, se lo sono meritato. E gustato arrivando sulla pedana davanti alla “Place de Casino”: contenti e soddisfatti come se lo avessero vinto il Montecarlo.

Una settimana insieme a grandi campioni, in uno scenario unico, con prove speciali che hanno fatto la storia del rallismo mondiale.

L’arrivo finale è stata la ciliegina sulla torta che, come sempre l’equipaggio ha ben figurato portandosi a casa un quinto posto assoluto di classe RC5 ed un quarantanovesimo assoluto con un tempo totale di 4:20:24.9.

“Un’emozione unica per un pilota di rally fare il Montecarlo – commenta Giacomo Matteuzzi – Ce l’abbiamo fatta, facendo tutte le prove senza neanche un errore, sinceramente senza forzare perché era stupido rischiare di non arrivare qui: non era la gara adatta per venire a fare… il risultato”.

“Ringrazio sia il mio navigatore nonché super amico Alessandro – prosegue Matteuzzi – Juri, il nostro attuale team manager, che ci ha dato una mano fondamentale. E Gima Autosport per la stupenda macchina che ci ha fornito”.

“Essere accanto a Giacomo nella realizzazione di quello che originariamente era solo il suo sogno – aggiunge Alessandro La Ferla – (e pian piano, partecipando è diventato anche il mio) è un motivo di orgoglio oltre che di contentezza. E’ bellissimo è una gara storica, forse la più storica di tutte”.

Ma qual è stata la prova più difficoltosa?

“La più difficile forse è stata la PS 15 – rispondono – che alla fine era la terzultima. Più difficile di tutte per il semplice motivo che, oltre ad avere le caratteristiche di tutte le altre, con tratti molto sporchi e insidiosi, era piena di ghiaccio. Perché comunque la notte, anche se il meteo era buono, dove si andava a formare dell’umidità si creava quello che i francesi chiamano “verglas” (lastra di ghiaccio). E quindi era veramente complicato ritrovarsi con delle gomme da asciutto in tratti congelati”.

Come vi siete preparati a questo Montecarlo?

“A livello di preparazione comporta un lavoro in sinergia con tutte le figure coinvolte di diversi mesi, perché non si può lasciare niente al caso. Dalla cura della logistica, alla gestione e preparazione delle tempistiche di ogni tipo di attività correlata. Perché comunque è una settimana dove non hai un minuto libero per rilassarti, c’è sempre qualcosa da fare: e la percezione è sempre quella di essere sul filo del rasoio, sulle scadenze e sulle tempistiche. Ed è molto stressante: l’unica arma è gestire al meglio a monte tutte le cose che vanno fatte”.

Due esperti rallisti vi hanno accompagnati in questa avventura?

“Sì, Sandro Sanesi e Simone Brachi erano i nostri ricognitori. E va sicuramente fatto un ringraziamento anche a loro, perché in una gara come questa la figura del ricognitore è fondamentale per essere sempre in condizione, quando entriamo in una prova speciale, di sapere quello che troveremo a livello di fondo e di condizioni meteo”.

“Il nostro risultato comunque era vedere il palco di Monaco – concludono – ce l’abbiamo fatta e quindi siamo super felici!”.

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