Pietro Martini (a sinistra) con il vice Lorenzo Burgassi

GALLUZZO – Pietro Martini è il nuovo allenatore degli Juniores regionali dell’Audace Galluzzo.

“Mister giovane – dicono dalla società gialloblu – appena 27 anni, sarà coadiuvato da Lorenzo Burgassi che sin dall’inizio lo accompagna sulle varie panchine, fino all’ultima di Calenzano, dove i loro Giovanissimi regionali 2008 sono arrivati tra i primi in campionato e hanno disputato una buona Coppa Toscana e vari tornei da protagonisti. Lorenzo tra l’altro è fratello di Niccolò Burgassi, punto di forza della nostra prima squadra”.

E proprio ai canali ufficiali della società galluzzina, ecco le prime parole di Martini.

Come nasce il sodalizio con Burgassi in panchina?

“Io e Burgassi ci siamo conosciuti quando iniziai a giocare a calcio al Firenze Ovest e lui fu uno dei primi ad accogliermi in squadra. Da lì abbiamo sempre condiviso lo stesso campo e spogliatoio: io scarsino con i piedi, lui tecnicamente molto bravo. Un giorno, accomunati dalla forte passione per questo grande sport, ci promettemmo di fare il corso allenatori insieme. Con questa appena conclusa, siamo alla 7ª stagione in cui lavoriamo… in coppia”.

Il passaggio dai Giovanissimi, ragazzi di 14-15 anni, agli Juniores (giocatori ormai quasi adulti) è una bellissima sfida…

“Vero, è una bellissima sfida! Noi, nel ruolo di tecnici abbiamo avuto il piacere di fare per più di 6 anni gli istruttori alla scuola calcio, per poi passare quattro stagioni nel settore giovanile. Entrambi abbiamo anche fatto da collaboratori a grandi allenatori. Quindi non è la prima volta che cambiamo categoria, per questo dico che penso sia determinante capire chi si ha davanti, che tipo di gestione bisogna fare e ovviamente essere onesti e soprattutto consapevoli nell’intuire se è la scarpa adatta al proprio piede. Siamo quindi molto curiosi, predisposti e presi da questa nuova sfida e verifica da fare”.

Come allenatore c’è un modello di riferimento, in altre parole a chi vi ispirate?

“A noi piacciono gli allenatori che innanzitutto sono se stessi e non recitano, imitano il ruolo di altri. Seguiamo molto quei coaches che mettono il giocatore e la società al centro del loro lavoro, e non se stessi. Aggiungo che non siamo tanto per gli estremismi (fissati con quel modulo preciso o quell’unico modo di giocare) ma pensiamo, forse sbagliando, che il vero lavoro di un mister in queste categorie è quello di capire il piu velocemente possibile le caratteristiche della squadra che gli è stata affidata, correggerne i difetti e metterne in risalto i pregi. È inutile giocare palla a terra se hai una squadra che ha un tasso tecnico molto basso, e viceversa. Quindi non arrivo a fare nomi perché sarebbe una lista infinita, ma essendo giovani e dovendo imparare ancora tanto, non nascondo che ci piace dialogare e osservare tanto i lavoro dei nostri colleghi, dilettanti o professionisti che siano”.

Avete parlato con il vostro predecessore, mister Rudy Colò? La squadra è fatta o mancano ancora molti tasselli?

“Con mister Colò in questi giorni ci siamo sentiti e abbiamo dialogato, cosa per nulla scontata nel mondo del calcio e degli allenatori e per cui gliene sono molto grato. A lui vanno i complimenti per la stagione conclusa con un ottimo terzo posto in classifica e un ringraziamento per il lavoro svolto, che ci lascia in mano un’eredità calcistica importante. Rispondendo alla seconda domanda dico che sì, la squadra mi sembra sia stata già preparata ad affrontare la prossima stagione grazie al lavoro dei direttori sportivi, che comunque sono costantemente a limare sempre più gli ultimi dettagli”.

Com’è stato l’approccio in gialloblu? Come vi pare l’ambiente del Galluzzo?

“Il primo contatto con il mondo gialloblu lo dobbiamo al direttore Paolo Pazzi, che appunto ci ha chiamati per proporci questa nobile panchina. Siamo contenti di poter lavorare con Pazzi, invidio il suo grande bagaglio di conoscenza e rapporti calcistici e lo inseguo da quando allenavo i pulcini al Firenze Ovest e lui gestiva la rosa della prima squadra. Inoltre sto percependo molto su di me la stima da parte del vicepresidente Franco Tanini, che per primo ci ha voluti fortemente, e gliene sono molto grato. Mentre per quanto riguarda l’ambiente del Galluzzo rispondo riferendomi al colloquio avuto con il presidente Franco Angelozzi, del quale mi ha colpito l’attaccamento e la chiarezza che ha nell’identificare il dna profondo di questa società, tanto dall’averci dato come primo mandato quello di formare un gruppo di giocatori che esprimano in campo e fuori la storia e la vita dell’ambiente gialloblu. Questa forte e bella identità sarà la bussola del nostro percorso di lavoro”.

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