SAN CASCIANO – Franco Bonciani, amministratore di Aquatica (la società che gestisce la Piscina del Chianti, a San Casciano), dirigente della FIN, formatore, è persona sempre sincera.

Empatico, guarda al mondo cercando, lavorando (e sperando) affinché diventi un luogo migliore.

Anche da bordo vasca, anche con l’odore del cloro nelle narici. Accogliamo così molto volentieri questo suo scritto.

Che ci parla, dritto al cuore, di nuoto, di cruda realtà. E dell’essere umani.

Alla Piscina del Chianti, a San Casciano, mi è capitato negli ultimi anni di avere come “allievi”, nel mese di agosto, dei ragazzi ospiti del centro di integrazione dei migranti di San Casciano.

Un Centro di accoglienza che funziona, si prende cura di diversi soggetti, fra cui famiglie di rifugiati, e quando dico “si prende cura” è perché viene fatto davvero, trovando condizioni decorose di vita e soprattutto seguendo i propri ospiti nel loro percorso di inserimento.

Gli “allievi” sono perlopiù ragazzi giovani di provenienza africana, quella nera davvero.

Sono disponibili, per venire in piscina, solo nel mese di agosto perché, udite udite, durante il resto dell’anno lavorano.

Chi in un ristorante, chi fa il parrucchiere, chi il pellettiere, insomma, lavorano, magari facendo cose che da noi vanno meno da un pezzo a questa parte.

Imparano la nostra lingua, c’è chi li accompagna in questo percorso.

E poi la piscina, qualche lezione di nuoto, un po’ di balneazione, come se fossero anche loro cittadini qualsiasi, dall’età potrebbero essere figli miei.

Sono arrivati con i barconi, a loro è andata bene. Hanno una paura fottuta dell’acqua, nessuno gli ha insegnato a nuotare, mi piace l’idea che possano riconsiderare qualcosa che gli ha creato terrore come un elemento amico, dove rilassarsi.

Il pensiero, durante le lezioni, era quello che, male male dovessero riprendere un altro gommone avrebbero qualche possibilità in più di sfangarla.

O che magari se, nel loro viaggio di piacere (perché sono degli snob, ovviamente) passando da confini sicuri per finire in un centro vacanze della Libia finanziato anche dall’Italia, avessero fatto qualche lezione di nuoto magari avremmo contato meno morti.

Ci sta che si possa trovare qualche politico illuminato dei nostri che propone di insegnargli a nuotare a casa propria, stai a vedere che ci costruiscono una piscina sulle coste libiche. O in quelle turche.

Scuola Nuoto Migrazione, una startup.

Intanto, penso a quei cento metri di acqua, una bazzecola per noi, che sono costati la vita qualche incosciente, turista per caso, che si è portato a giro anche i propri figli.

Poi penso al ministro Piantedosi, e a Minniti prima di lui, e mi viene la nausea, e scrivo queste minchiate per smaltire, solo un po’, la rabbia.

Viviamo in un mondo brutto, e ne facciamo parte: dovremmo partecipare in maniera diversa.

Franco Bonciani

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