Enzo Gimignani con la maglia della Grevigiana e con in braccio il nipote Paolo, oggi allenatore gialloblù

GREVE IN CHIANTI – Se n’è andato nei giorni scorsi a ottant’anni Enzo Gimignani, detto “Peo”, cuore gialloblù da sempre legato alla Grevigiana, prima come calciatore e poi come dirigente.

La Grevigiana d’altra parte è sempre stata una questione di famiglia per i Gimignani. Dirigente era stato anche il fratello Umberto, che però in gioventù aveva preferito il ciclismo.

Ed è stato proprio Enzo a ispirare all’attuale allenatore gialloblù, il nipote Paolo, l’amore per quei colori. Uno di quei sentimenti che mescolano insieme calcio, paese, famiglia, tempi che non torneranno più ma che sono comunque incancellabili per chi li ha vissuti.

una foto storica della Grevigiana: Enzo Gimignani è il primo in piedi da sinistra

“Quando giocava mi attaccavo alla rete per guardarlo – racconta commosso Paolo – E le prime scarpe da calcio che ho messo erano le sue. Quando sono nato viveva in casa con noi e per me è sempre stato più un fratello maggiore che uno zio”.

Argentiere prima e poi autista per la Usl a Ponte a Niccheri, Enzo sul versante sportivo era stato stopper (“Tecnicamente dotato, piede piccolo ma di quelli che però di faceva sentire in campo, eccome”), poi dirigente e segnalinee ufficiale della Grevigiana.

Poi ha seguito i nipoti Paolo e Andrea, che lui chiamava rispettivamente “Lungarina” e “Fonzie” e pure il figlio Francesco ha indossato i colori del paese nel settore giovanile. E quindi poi è toccato ai bisnipoti, come Giulio che oggi indossa la maglia gialloblù in prima squadra.

Enzo Gimignani

Nonostanta la malattia, Enzo era tornato recentemente a vedere la Grevigiana in questo avvio di stagione. Era al “Franchi” per la partita contro la Sambuca: “Non riusciva a farsi sentire come una volta, ma sono stato felice di sapere che era lì a vederci – dice ancora Paolo – Con lui se ne va davvero un pezzo della mia vita. E sono convinto che da lassù continuerà a volerci bene come ci ha sempre voluto bene quaggù”.

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