FIRENZE – Uno degli ultimi atti dell’uscente Governo Draghi è stato due giorni fa l’approvazione della riforma del lavoro sportivo attraverso un decreto legislativo correttivo.
Una novità che entrerà in vigore fin dal prossimo gennaio e che cambierà l’aspetto contributivo nei confronti dei lavoratori dello sport dilettantistico: atleti, tecnici, istruttori, maestri.
Insieme a questo, a partire dal prossimo luglio, cadrà il vincolo sportivo che lega gli atleti alle società e che nel mondo del calcio è considerato un mezzo di sostentamento per tante realtà dilettantistiche.
Per questo immediato è stato anche l’intervento del presidente della Lega Nazionale Dilettanti Giancarlo Abete, chiedendo uno spostamento di un paio di anni all’entrata in vigore della norma: “Per le società dilettantistiche – ha detto – il vincolo sportivo rappresenta una necessità per la programmazione e per l’attività giovanile. Si tratta di una questione di sopravvivenza, che non è stata tenuta in considerazione nella formulazione e nella successiva approvazione dei decreti correttivi alla riforma dello sport, pur migliorativi dei decreto originario”.
“D’intesa con la FIGC – prosegue Abete -, abbiamo chiesto di poter posticipare l’abolizione del vincolo accompagnando questo processo dal 1 luglio 2023 al 1 luglio 2025, perché vogliamo scongiurare il rischio concreto del blocco dell’attività sportiva”.
“Ho grande rispetto per le istituzioni, ma devo far notare come la legislatura appena conclusa abbia oggettivamente sottovaluto il mondo dilettantistico – ha aggiunto Abete – Non vi è stato il giusto supporto verso ciò che i Dilettanti rappresentano nel volontariato, negli investimenti nei vivai e nell’attività sociale. Rappresentiamo valori, non rappresentiamo interessi, non abbiamo né rendite né redditi. Per questo avvieremo un confronto serrato su questi temi con il nuovo Governo e il nuovo Parlamento”.
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