Che dopo il 4-0 di Torino la squadra abbia segnati 11 gol in due partite cancellando quella brutta giornata, è fatto noto e gioiosissimo.

C’è un solo piccolo problema: stiamo facendo di tutto per cedere Dusan Vlahovic.

Ristic & soci sappiamo che non vogliono parlare con nessuno, tanto il loro obiettivo è andarsene a scadenza nel 2023 o costringere Commisso ad accettare un’offerta al ribasso a giugno 2022, magari proprio con la Juve, chissà.

Barone, per mano di Commisso, sta quindi tentando in tutti i modi di raggiungere un accordo di cessione (ora o a giugno) con qualche “monster” club di Premier perché non vedono alternative.

Il giocatore vale tranquillamente un centinaio di milioni di euro o giù di lì (forse meno vista la situazione contrattuale, ma non siamo lontani) e nessun uomo al mondo può pensare di perderli senza lottare almeno un po’. Peccato che il tempo sia scaduto.

In questa monumentale morsa ci siamo finiti fondamentalmente per tre motivi:

Commisso non ha accettato l’offerta di cessione per Vlahovic a luglio 2021 perché ritenuta troppo bassa (si parlò di 50 mln di euro);

– I nostri dirigenti non hanno rinnovato con Vlahovic a novembre-dicembre 2020 quando era il momento (ma anche quando Vlahovic era un bambascione che sbagliava 4 scelte su 3 in campo anche a causa di un allenatore inadeguato e imbarazzante che lo stava distruggendo);

– Mostriamo costantemente inadeguatezza nei modi e nei tempi sia a livello di scelte che a livello di comunicazione.

Sbagliare allenatore per due anni di fila, di fatto appiattendo gli entusiasmi e rovinando la crescita (ad esclusione di Prandelli, che non avrà portato tanti punti ma di sicuro l’unico che ha portato un mega valore aggiunto a questa rosa) ha rallentato e quasi fatto naufragare la nuova proprietà, salvata in extremis (e grazie anche ad una buona dose di fortuna) da Italiano.

Un presidente ha il diritto di rifiutare un’offerta per un suo giocatore (si parlava di 50 mln di euro a luglio scorso) perché vuol provare a farlo rimanere o perché crede che non sia sufficiente, ci mancherebbe altro.

Poi però deve sapere a cosa va incontro. Deve capire che la sua forza contrattuale si esaurisce lì, in quel preciso momento, superato il quale verrà stretto tra due fuochi e obbligato a seguire decisioni di altri. Commisso lo sapeva? Pensava che non sarebbe andata così?

Credere che i procuratori di Vlahovic avrebbero anche solo valutato una qualsiasi proposta di rinnovo di fronte allo sbocciare di uno dei centravanti più completi mai visti al mondo negli ultimi anni è stato un errore imperdonabile, non avere consiglieri abbastanza capaci o informati per mettere in guardia chi decide dopo 3 anni dall’insediamento è diventato inaccettabile.

Un errore meraviglioso per noi tifosi sia chiaro: senza Dusan non saremmo certo in questa posizione di classifica. Ma pur sempre un errore di gestione, di prospettiva.

Un errore che potrebbe trasformarsi in una cosa fatta bene in un solo modo: mantenendo il calciatore fino a giugno 2023 accettando il fatto di perderlo a parametro zero, smettendola di fare dichiarazioni incazzose o incazzate.

A questo punto ci siamo arrivati anche (non solo, ma anche) per colpa nostra, se vogliamo recuperare quel denaro che oramai non avremo più con la sua cessione serve tenerlo e provare ad andare in Champions, mettendo a disposizione del mister giocatori sempre più forti.

Non vedo altri rimedi.

Correre in giro per l’Europa raccogliendo offerte di Arsenal o di squadre simili come sta facendo Barone, rischia di essere un colossale boomerang oltre che imbarazzante.

Se il “clan Vlahovic” vorrà, rifiuterà. E noi avremo solo perso altro tempo.

Una società come la Fiorentina, con uno degli allenatori migliori d’Italia, con una delle strutture di gioco più attraenti in assoluto deve per forza strutturarsi e mettere il potere in mano ad un Marotta o ad un Sartori.

Ad un dirigente di indiscussa caratura tecnica ma anche di capacità comunicativa; abile nelle situazioni di questo tipo.

Se veniamo trattati alla stregua di un cencio da intermediari e procuratori, non cambieremo le cose alzando la voce o mostrando i muscoli. Servirà cambiare le pedine, aggiungendo le persone giuste al posto giusto.

Non collaboratori storici, prestati al calcio per l’occasione.

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