GREVE IN CHIANTI – Nel giorno di Natale la Tzubame Karate Dojo vuol fare un “regalo” speciale al proprio Maestro, Michele Romano.

Dopo una carriera agonistica di spicco a livello internazionale, collaborazioni con alcuni dei migliori sportivi italiani, anni dedicati all’allenamento dei futuri campioni presso la palestra di Greve in Chianti, alcuni dei campioni da lui formati, dei Maestri e degli amici, vogliono (a nome di tutti gli atleti) donare un ricordo ed un pensiero al loro Maestro, alla loro guida, al loro amico.

Iniziamo con Francesca Gentile, pluricampionessa mondiale, europea ed italiana e adesso istruttrice presso i Dojo di Greve in Chianti (Tzubame) e Bagno a Ripoli (Empi).

“Ho iniziato quando avevo 6 anni – ricorda – e col tempo ho scoperto in Michele non solo un gradissimo Maestro di Karate, ma un maestro di vita. Nella sua vita è stato un temerario ribelle, è andato contro tutti, anche Maestri importantissimi, per portare avanti quello in cui credeva”.

“Molti di noi suoi allievi – prosegue – lo vediamo come un paladino della giustizia, una frase che ripete spesso è che noi dobbiamo usare le scorciatoie che lui ci insegna, perché questo è il suo ruolo. Aver appreso dal passato ed insegnarci ad arrivare prima, dov’è arrivato lui”.

Proseguiamo con Olivia Gentile, sorella di Francesca e neo campionessa europea di Kumite: “Michele riesce a trasmetterci l’amore infinito che ha per questo sport e per l’insegnamento, è sicuramente merito suo se sono diventata campionessa ed ora inizio a fare anche l’istruttrice”.

“Durante le gare – aggiunge – Michele è la nostra arma in più: oltre ad averci preparato in maniera eccezionale, la fiducia incondizionata che ha in noi spesso è la forza che ci permette di sconfiggere i nostri avversari”.

“Riesce sempre – conclude Olivia – a capire il nostro stato d’animo e con poche parole, ci rimette sulla strada giusta, portandoci a dare il meglio di noi”.

“Dal 1996 al 2007 negli anni in cui lui era all’apice della sua carriera agonistica – comincia così Tommaso Lapini – cioè quando ha vinto 5 campionati italiani di fila, i campionati europei, i mondiali sia individuali che a squadra, più un migliaio di medaglie ovunque, praticamente ero… il suo sacco umano”.

“Le botte che ho preso da lui credo che non le abbia mai prese nessuno – dice ridendo – ci allenavamo sempre insieme ed era impossibile riuscire a colpirlo, si poteva solo prenderle”.

“Ovviamente – continua – abituato combattere contro di lui, un fenomeno indiscusso, spesso riuscivo a sconfiggere i miei avversari. Con il tempo Michele è diventato un grandissimo amico, oltre ad essere un bravissimo atleta, credo sia una delle persone più buone che abbia mai conosciuto”.

Chiudiamo con Marco Diani: “Ho iniziato a 24 anni, con Michele come Maestro. E ora, dopo quasi 25 anni, ho sempre Michele come Maestro. Parlo a nome di tutti se dico che è una persona splendida, con un cuore grande ed un’umiltà che lo rende unico (ma che lo ha anche un po’ penalizzato). In una società dove va avanti chi riesce ad apparire, a Michele, che invece è tutta sostanza, sono stati dati meno riconoscimenti di quanti ne meritasse”.

“Tutti noi che conosciamo Michele – conclude Marco – Abbiamo l’immensa fortuna di avere un Maestro che nel Karate, se paragonato al calcio, sarebbe Roberto Baggio o Francesco Totti. E nella vita quotidiana è un Maestro completo, che dedica anima e corpo ai propri ragazzi”.

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