IMPRUNETA – “Mi è mancato tanto il calcio in questi mesi. Come è mancato a tutti. Ho cercato di tenermi aggiornato con qualche corso on line, vedendo diverse partite. Ma non è la stessa cosa. Manca il contatto coi ragazzi, il campo, preparare gli allenamenti, confrontarsi coi giocatori, spiegare loro le idee”: dopo oltre trent’anni di carriera, Fabio Consigli ha voglia di ributtarsi al più presto nella mischia.

È rimasta un po’ di delusione per come si è concluso il rapporto con il Poggibonsi, dove era andato l’estate scorsa per guidare gli Juniores provinciali: “C’era un bel progetto, ero sceso di categoria proprio perché credevo che si potesse fare qualcosa di bello nel futuro. C’erano tutte le condizioni per far bene: una buona squadra, un bell’ambiente, le giuste ambizioni. Poi la società ha deciso in modo diverso per la prossima stagione: ovviamente le scelte si rispettano ma ci sono rimasto male, non lo nego”.

Ma adesso è il momento di guardare avanti, come sempre ha fatto in oltre trent’anni di una carriera cominciata con gli esordienti a Tavarnuzze, con i classe 1978 (“quando ritrovo i ragazzi di allora, magari oggi hanno due o tre figli”): “Adesso starò alla finestra ad aspettare. Se ci sarà la chiamata giusta, ricomincerò volentieri. Senza distinzione tra settore giovanile o prima squadra. Tra l’altro adesso che sono in pensione ho anche più tempo libero e non avrei problemi nemmeno di pomeriggio”.

In un trentennio sono tantissimi i ricordi legati al campo, ma alcuni particolarmente indelebili: “Di sicuro le prime vittorie, come quella con la Grevigiana a fine anni Novanta, col passaggio dalla Seconda alla Prima. Oppure la vittoria con il Mercatale portato in Prima all’inizio degli anni 2000. Ma è impossibile dimenticare anche Montelupo o il passaggio in Eccellenza con la Virtus Poggibonsi”.

Il legame più forte rimane comunque con Greve in Chianti: “A Greve e al presidente Massimiliano Coppi, cui mi unisce davvero un legame molto forte. Siamo andati tanto così dal salire in Promozione. E io quella medaglia non me la tolgo di certo dal collo”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA