BAGNO A RIPOLI – Un countdown molto lungo, un’attesa imposta dalla pandemia che ha visto slittare le Olimpiadi di Tokyo 2020 di un anno.

Dopo una prima immediata amarezza, lo spirito giusto per arrivare pronti è stato quello di mettersi a lavoro e sfruttare al meglio il periodo.

Ed è quello che ha fatto Leonardo Fabbri, atleta ripolese dell’aeronautica militare, primatista italiano di getto del peso indoor con la misura di 21 e 59.

Lo abbiamo “intercettato” a Siracusa, dove si trovava ad allenarsi, in piena preparazione in vista di quello che è il più grande appuntamento per un’atleta.

“Sono scaramantico ma nei limiti” ci risponde quando gli abbiamo chiesto se potevamo parlarne.

“Sto bene – prosegue – sempre meglio. E non posso essere che soddisfatto visto come sono stato a causa del Covid”.

“Ormai – ci dice – sono già due mesi che mi alleno intensamente per cercare di mettere “fieno in cascina”, anche se la condizione nelle gambe ovviamente non è ancora delle migliori”.

Questo stop causato dal virus ha avuto delle conseguenze su quello che era il programma di preparazione? “Sì – risponde con sincerità – ne ha risentito tantissimo perché ha influito sulla mia forza e non essendo ne forte ne veloce come prima quando si parla di un gesto di un secondo è ovvio che il gesto ne risente tanto”.

“Alla fine però son soddisfatto – precisa – perché ormai sono due mesi che riesco ad allenarmi, ogni giorno meglio e prima o poi arriveranno i risultati dell’impegno”.

Parliamo di cosa ha comportato nel programma atletico, e anche a livello di concentrazione e psicologico, allenarsi per un obbiettivo così lontano.

“Sono sempre stato abbastanza tranquillo – ci dice – perché stiamo già programmando le Olimpiadi 2024, e questa di Tokyo sarà più per fare esperienza, facendo una bella gara perché sono in condizione di andare in finale. Però la sto vivendo molto serenamente e sto rispettando tutte le tappe che ci saranno prima dell’evento. Anche di testa sono molto tranquillo”.

Gli chiediamo come si sta preparando, nei dettagli: “A gennaio siamo stati in Sudafrica, poi adesso siamo a Siracusa e in calendario le prossime settimane ci sono delle gare nelle quali mi confronterò con i migliori. A questi livelli è importante, perché mi fa crescere e quando si arriva a certe competizioni, come le Olimpiadi, ti senti a tuo agio perché hai già fatto una certa esperienza. Questo ti permette di gareggiare così in una condizione di maggiore tranquillità che è fondamentale, è una cosa che aiuta”.

La prima Olimpiade a ventiquattro anni non è male: “Mi aspetto un’esperienza fantastica, che sogno fin da quando sono bambino e che tutti sognano di fare, anche se alla fine è una gara come lo sono tutte le altre ma che trasmette qualcosa in più: abbiamo gli occhi puntati addosso, bisogna sfruttare e cogliere l’occasione perché irripetibile”.

Salutandolo gli auguriamo di mantenere la sua serenità: “Per adesso sono tranquillo, sono contento di come sto lavorando e non ho grandi pretese ne aspettative. Spero di arrivare il più informa possibile e fare il meglio: ho dimostrato di essere uno che in quelle occasioni può dire la sua”.

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