Sentendo le interviste di Iachini a fine partita si capisce molto bene perché lo spogliatoio lo preferisca a Prandelli.

Qualsiasi sia la partita della Fiorentina, anche dopo il 2-2 di Spezia totalmente regalato per fare un esempio, la sua difesa del gruppo è pazzesca; racconta sempre di aver visto qualcosa di buono, di aver visto impegno, di aver sostituito Tizio perché non stava bene o di aver tolto Caio perché era affaticato dalla partita precedente.

Insomma, un mucchio di ovvietà (o piccole bugie) orripilanti che però difendono strenuamente i calciatori, la società, l’operato di tutti e che permette di tirare avanti provando a respingere le intemperie di questo brutto periodo.

Capisco benissimo, come ho già avuto modo di dire sicuramente non approvo, ma capisco.

Alla fine, forse a questa Fiorentina serve proprio uno così. Che non faccia migliorare nessuno ma che probabilmente neppure lo peggiori.

Lavoratore onesto, che tiene al suo lavoro in modo profondo e tiene anche alla maglia – cosa non da poco – sebbene in questo periodo in cui è stato allenatore viola non abbia visto niente di diverso da parte sua né da parte dei suoi calciatori, nessun “surplus” derivanti da questo suo attaccamento.

Prandelli lavorava pensando anche al futuro, pensando a costruire, pensando a insegnare comportamenti, atteggiamenti che con la maglia viola addosso sono doverosi. Peccato che adesso non ci siano più platee sugli spalti per approvarlo (o meno), né attori disposti a mettersi in dubbio ascoltandolo.

Nel 2021 i calciatori sono tutte primedonne e decidono loro a chi voler bene e a chi no; soprattutto in quei club dove la società non è presente o non è competente.

Pazienza, oramai è andata così, Iachini allenerà questa squadra fino a fine maggio, Pradè sarà il DS fino a fine maggio (almeno spero solo fino a fine maggio) e la Fiorentina dovrà pensare solo a salvarsi, cosa che francamente non pare certo impossibile visto che il vantaggio sulla terz’ultima è addirittura aumentato grazie al delizioso pareggio conquistato in casa del Genoa, che veleggia in classifica in zone leggermente più tranquille poco sopra di noi.

Un primo tempo giochicchiato con grinta da parte di entrambe le squadre, ma dopo aver trovato un gol a testa non c’era più grande voglia di prevalere ed è finita come spesso accade, accontentandosi ben presto del pareggio con un secondo tempo quasi del tutto inutile.

Dico quasi perché l’unico aspetto degno di nota è l’espulsione di Ribery, un altro dei tanti felicissimi del ritorno di Iachini.

Probabilmente perché le responsabilità che gli aveva affibbiato Cesare erano troppe e lui aveva bisogno di più spensieratezza, di leggerezza, chi lo sa.

E allora il simpatico francese ha pensato bene di andare quasi a spezzare la caviglia ad un avversario per guadagnarsi un’espulsione d’oro che gli permetterà di passare una settimana spensierata – quella del suo 38° compleanno – senza la pressione di dover preparare una gara praticamente impossibile come quella di domenica prossima contro l’Atalanta e soprattutto senza averci rimesso granché, visto che il Genoa non aveva nessuna voglia di affondare.

Nessuna parola di condanna da parte di nessuno, ça va sans dire, né da parte di Iachini né da parte di qualche desaparecido dirigente nonostante questo sia l’ennesimo colpo basso che il fuoriclasse ex Bayern ci rifila in poco più di 20 mesi passati a Firenze.

Anzi, c’è chi lo ringrazia per aver vestito la nostra maglia e per averci aiutato in questi due anni…

Povera Firenze, ridotta così male dal doversi accontentare del saluto di Franck, dal vederlo poco più che indossare la nostra splendida maglia.

Quantomeno Dante, si accontentava del saluto della splendida Beatrice.

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