CAGLIARI – Tutto l’ottimismo di Leonardo Semplici alle prime giornate di lavoro con il Cagliari. Il tecnico di Tavarnuzze ha parlato così in conferenza stampa: “La chiamata del Cagliari è una sfida importante, l’ho accettata per le parole del presidente Giulini e del DS Capozucca, ma anche per quello che rappresenta la piazza di Cagliari, per la storia di questa Società. Porto una ventata di entusiasmo e freschezza, sono convinto che nonostante la difficile situazione di classifica, col lavoro di tutti, dei ragazzi che già facevano parte dello staff precedente e dei miei nuovi, possiamo riuscire a raggiungere l’obiettivo”.

“Sinora ho diretto due allenamenti – la spiegato – ho trovato una squadra moralmente un po’ abbattuta, come è normale dopo tante gare nelle quali non si è riusciti a fare risultato. Credo che il mio lavoro in questo momento sarà più mentale che tecnico-tattico: spero di portare spensieratezza, determinazione e mentalità necessarie per provare a compiere questa impresa”.

“La squadra finora non è riuscita a dimostrare quel che vale – ha detto – Visti in tv, ho avuto l’impressione che i ragazzi fossero come bloccati, impauriti; sicuramente i risultati negativi non hanno aiutato. Dovremo avere un approccio diverso, dipenderà da quel che riuscirò a trasmettere: voglio che i ragazzi si liberino mentalmente da alcune problematiche e possano esprimere le loro qualità. Ho visto nei loro occhi la voglia di ripartire, mettersi alle spalle questo periodo complicato. Ci aspetta un cammino difficile, fatto di quindici finali”.

Poi la testa alla sfida di domenica prossima: “Domenica contro il Crotone per noi sarà una gara importantissima. Dovremo affrontarla con la mentalità giusta, avere quell’equilibrio che ci possa permettere di esprimere grandi contenuti in entrambe le fasi. Giochiamo per una Terra intera, sentiamo tutti questa responsabilità e questa appartenenza. I ragazzi hanno grande voglia di svoltare e dare all’Isola le soddisfazioni che merita. Senza dubbio bisogna partire subito col piede giusto”.

E quindi i ricordi della propria carriera calcistica: “Ho giocato nel Sorso a fine anni ’80, era la prima volta che mi allontanavo da casa. È bastato quell’anno per farmi innamorare della Sardegna e della sua gente, non a caso da anni trascorro le vacanze estive in giro per l’Isola. In passato ho affrontato il Cagliari da avversario, sia al Sant’Elia che alla Sardegna Arena, conosciuto l’ambiente e la tifoseria. Rivolgo un appello ai tifosi: che stiano vicini a questi ragazzi, solo stando tutti insieme uniti e compatti riusciremo a compiere l’impresa della salvezza. Spero che possano incitarli, per aiutarli a tirar fuori le loro qualità, in qualsiasi momento, anche incontrandoli per le vie della città, dato che in questo momento non è possibile farlo dalle tribune”.

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