sul campo di Tavarnuzze

TAVARNUZZE (IMPRUNETA) – “Bisogna chiedere a Vasco”: un ritornello che, chi frequenta i campi dilettanstici toscani, non può non aver sentito dieci, cento, mille volte.

Vasco – così semplicemente per tutti – è il tavarnuzzino Vasco Brogi, già vicepresidente del Comitato Regionale Toscana, presenza fissa dell’ultimo mezzo secolo abbondante del calcio della nostra regione.

Niente di più lontano dal presenzialismo però. Soltanto il piacere – che si giochi in notturna o sotto la neve, magari anche fuori regione per qualche spareggio o torneo delle Rappresentative – di far sentire la presenza del Comitato accanto ai calciatori in campo. E la gioia poi, magari, di attaccare le medaglie al collo dei calciatori al momento della premiazione.

Poi, in settimana, la conoscenza perfetta di regole e regolamenti: un presidente, un segretario, un direttore sportivo, un giornalista, non ha che da chiamarlo e lui, con la sua squisita gentilezza, risponderà senza nemmeno dover cercare le carte. Perché quelle carte le ha tutte in testa.

Ma Vasco, da domani, ha deciso di farsi da parte, almeno formalmente. Al Mandela Forum infatti, durante l’Assemblea delle società toscane, non ci sarà più lui nel consiglio direttivo del CRT ma il suo posto sarà preso da Roberto Bellocci, attuale Delegato provinciale di Firenze.

Ma Vasco, dopo 40 anni in Federazione, rimarrà comunque sempre vicino alla sue società, non potrebbe far diversamente. Perché il calcio dilettantistico è la sua vita.

Così come ha fatto ogni volta, in tutti questi anni, per la presentazione di una squadra, la cena di fine anno o la finale di un torneo della Scuola Calcio. C’era anche al lancio ufficiale di SportChianti, a Tavarnelle, nel settembre 2017.

“A marzo raggiungo le 84 primavere – spiega – era arrivato il momento di passare il timone. E lo passo a una persona valida come Bellocci. Poi io resterò sempre disponibile per le società, cercherò di essere loro vicino, ogni volta che avranno bisogno”.

Una storia col calcio che è nata per caso: “Cominciai per scherzo a Tavarnuzze quando un gruppo di amici mi chiese una mano per occuparmi dei regolamenti e delle questioni burocratiche. Da allora non ho più smesso. Ma poteva succedere anche con la pallavolo o la pallacanestro. Un po’ facevo il dirigente già quando avevo dieci anni e con gli amici sul campo portavo quello che imparavo a scuola”.

Il calcio si è presto incrociato col mondo del volontariato: “La mia passione è sempre stata questa: quella del mondo dei Dilettanti e del mondo del volontariato, la capacità di fare il sociale attraverso lo sport. Dallo sport dipende il futuro di una intera generazione. Lo ripeto sempre: se volete far felice un bambino, dategli un pallone”.

E Vasco è ottimistra anche per il futuro post-covid: “Il volontariato è un mondo tenace e fortissimo, nato per dare e non per ricevere: sono convinto che ne uscirà anche più forte”.

“Il ricordo più bello di questi anni? – prova a rispondere – Ogni volta che camminando per strada mi sono sentito chiamare da qualcuno e ho poi scoperto che quell’uomo che avevo davanti era stato un ragazzo che avevo conosciuto quando giocava a calcio da ragazzo. Ogni volta è una bellissima emozione”.

Da domani il Comitato Regionale perde uno dei suoi cardini. Ma le società toscane non perderanno di sicuro quello che rimane uno dei loro più grandi e preziosi amici.

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