Vi siete mai persi nel bosco? Ecco, la Fiorentina sì.
Si è persa nel bosco e ha perso pure le scarpe. Una condizione disperata per chi deve scappare, senza scarpe è quasi impossibile.
L’unica nota positiva è che è ancora giorno. C’è il tempo per ripensare alla strada, per cercare di capire come e dove ci siamo persi, c’è il tempo per provare a trovare una soluzione. Qualche altra ora di sole c’è.
Ma i crismi della tragedia ci sono già tutti.
Il nostro navigatore esperto, Prandelli, la prima cosa che ha fatto quando è arrivato è stata perdere la bussola e ora anche per lui si fa difficile, dovrà uscirne con l’esperienza, sempre che basti.
La Fiorentina è un concentrato di tentativi, di idee, che falliscono miseramente in tutte le direzioni, un agglomerato di giocatori che non sembra neppure non lottare, semplicemente sembra non riuscire in niente.
Da fare anche una profonda analisi sui valori assoluti di molti giocatori.
Alcuni di loro hanno cambiato tre o addirittura quattro allenatori e con tutti hanno dimostrato poco o nulla.
Altri invece pensavano di essere già dei campioni, ma non c’è niente che attesti questa loro convinzione da oramai troppo tempo.
Altri ancora invece non toccano neppure più il campo, alcuni (Duncan e Martinez Quarta) in modo veramente assurdo: anche Prandelli li ha già bocciati, come aveva quasi fatto anche Iachini?
In campionato non abbiamo segnato neppure in gol durante tutto il mese di novembre, mentre nelle due partite di dicembre abbiamo trovato la rete solo in mischia con Milenkovic lunedì scorso, in modo del tutto rocambolesco.
A mio parere la situazione di gran lunga più difficile è quella dell’attacco, dove non c’è nessuno in grado al momento di sostenere la categoria.
Vlahovic tende sempre a scappare, non fa mai rifiatare la squadra, non difende mai i palloni come si deve, non si appoggia sui suoi centrocampisti, non fa il lavoro che fa per intenderci un Di Carmine nel Verona o Caicedo nella Lazio o che faceva il vecchio Kalinic.
Lui prende e scappa e questo non aiuta. Può estemporaneamente trovare la giocata, ma è una roba che finisce lì.
La squadra, senza un attaccante che fa un enorme lavoro oscuro non può togliersi dalle sabbie mobili.
Gli altri colleghi di reparto non se la passano meglio. Cutrone non avrà più chances e presumibilmente a gennaio tornerà in Inghilterra.
Kouamé non ha più un ruolo, non fa né l’esterno né la punta centrale, è un equivoco che incespica sui palloni e poco altro.
Callejon ancora deve trovare una giocata che sia una da quando è arrivato e Ribery non sembra neppure lui.
Il francese, stavolta partendo da una sacrosanta panchina, è entrato a velocità ancora ridotta rispetto al “lumachevole” passato ed ha perso ogni pallone toccato: imbarazzante.
Adesso ci ritroviamo davanti ad un tour de force molto complicato con partite ravvicinate e da giocarsi con tutt’altro coraggio.
Ma senza segnare, non vinceremo mai.
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