TAVARNUZZE (IMPRUNETA) – “Nelle ultime settimane, decine di gruppi ultras in tutta Italia stanno comunicando la decisione di sospendere le proprie attività finché il divieto di assembramento e la precauzione del distanziamento non saranno revocati”.

Inizia così la riflessione degli Ultimi Rimasti Lebowski, il gruppo del tifo organizzato grigionero che fa il punto sulla situazione e annuncia le sue decisioni.

“È infatti lampante – proseguono –  che queste disposizioni, che portano inevitabilmente a una riduzione sostanziale della capienza degli stadi e all’impossibilità di svolgere tifo organizzato, non permettono a un gruppo ultras di esprimersi come è naturale che si esprima: in libertà. Riteniamo sacrosanta la decisione del “o tutti o nessuno”, che sta definendo di fatto la linea di azione a livello praticamente nazionale, almeno per ora”.

“Venendo a noi – aggiungono – dopo ore di riunioni sia degli Ultimi Rimasti che dei tifosi grigioneri tutti, la linea scelta è un po’ diversa e figlia di una condizione, ovviamente, anomala. Abbiamo conteggiato e segnato i posti che, rispettando il distanziamento, sarebbero a disposizione nel nostro stadio e confrontandone il numero con la media spettatori degli anni passati, a meno di affluenze inaspettate, siamo convinti che riusciremo a garantire l’ingresso a tutte e tutti, ospiti compresi”.

“Noi Ultimi Rimasti – precisano – siamo, oltre che il suo gruppo Ultras, insieme agli altri soci e socie, le proprietarie e i proprietari del Lebowski. Questo significa che la responsabilità dell’evento partita, della creazione di un ambiente speciale attorno al campo, è anche nostra, e non abbiamo intenzione di disattenderla. Come non vogliamo venir meno alla nostra costante necessità di disegnare le forme della socialità, pur in questo strano periodo”.

“Nostra esigenza – rimarcano – è quella di non lasciare alle istituzioni la prima e l’ultima parola sui rapporti sociali, nostra istanza è quella di costruire una comunità che sia in grado di immaginarli, crearli e cementarli autonomamente”.

“Per questi due motivi – annunciano – abbiamo quindi deciso che attenderemo il fischio d’inizio fuori dalla biglietteria (al bar, come si converrà) e se in quel momento i posti a disposizione nell’impianto saranno sufficienti a contenerci tutti e tutte, allora entreremo. Non ci sarà tifo organizzato e in nessun caso, che ci sia posto o meno, occuperemo i gradoni della tribuna, e crediamo che chiunque abbia vissuto una domenica con noi, o attorno a noi, capirà il perché”.

“Se entreremo – dicono ancora – lo striscione entrerà con noi, e cercheremo di viverci i 90 minuti tentando di evitare di buttarci nel fiume retrostante la tribuna per la frustrazione. Sarà strano e difficile, ma in un modo che ancora non riusciamo bene ad immaginare, cercheremo di stare più vicini possibile ai ragazzi in campo. Se al triplice fischio dovessimo guardarci negli occhi e dirci “mai più”, vorrà dire che rivaluteremo il da farsi alla prossima assemblea, con un match in più nel bagaglio e gli stati d’animo un po’ più chiari in testa. Sarà dura, ma sentiamo di doverci provare”.

“Vogliamo abbracciare mister Murras – concludono – tutto lo staff, e i ragazzi che indosseranno la nostra adorata maglia domenica, in particolare quelli che lo faranno per la prima volta. Tra le trasferte vietate dello scorso anno, il lockdown e la pausa estiva, non sapete quanto cazzo vorremmo essere lì a caricarvi per la battaglia. Verrà il giorno”.

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