FUCECCHIO – Massimiliano Alvini da Fucecchio è un altro di quegli allenatori toscani che ce l’ha fatta, partendo dal basso e dalla provincia.
Da ieri la sua “Regia” – la gloriosa Reggiana, ripartita come Reggio Audace – è tornata in Serie B, beffando il Bari.
Eccolo lì, Max. Dopo Maurizio Sarri (suo grande amico tra l’altro), dopo Leonardo Semplici (sfidato in C in Pistoiese-Spal), è stato un altro trionfo del sudore e dei campi spelacchiati della nostra regione.
Leo aveva riportato la Spal in A dopo 50 anni. Max la Regia in B dopo 21, scusate se è poco.
È partito dalla provincia profonda Alvini. Dalla sua Fucecchio. Ha giocato a Signa e a Peretola col Firenze Ovest. Uno di quei giocatori di cui ti accorgi di più quando manca. Come tecnico è partito dai tornei dei bar e poi dagli Juniores provinciali del Signa.
Alvini ha allenato (e vinto) in Promozione ed Eccellenza: Signa, Quarrata, Tuttocuoio (dalla Promozione al professionismo. Con il triplete nello stesso anno di Mourinho: campionato di Eccellenza, coppa regionale e nazionale). Non ha saltato un gradino, passando poi per Pistoia e Albino Leffe (sfiorando ripetutamente la B).
E anche quando era già ai piani di sopra, la domenica, appena poteva, andava a vedere il suo Fucecchio. Oppure una partita di Coppa di Prima Categoria in mezzo alla settimana.
Preparato, visionario, sensibile, attentissimo. E capace di puntare su uno staff giovane e determinato.
Faceva l’agente di commercio nel settore delle scarpe. Ha festeggiato i 50 anni entrando nella storia di Reggio Emilia. E dedicando il successo a babbo e mamma.
Adesso, per raggiungere davvero Maurizio e Leonardo, gli manca solo la Serie A.
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