Partita interlocutoria Fiorentina-Cagliari, che ci regala un punticino buono per la salvezza.

Questo passa il convento, questo doveva passare e questo ho sempre scritto fin da quando è arrivato Iachini.

Certo, al di là delle pietose dichiarazioni sui social e dalla bruttissima esperienza avuta, Ribéry è di tre o quattro categorie superiore a chiunque altro e la differenza è sempre più evidente.

Nessuno in grado di dialogare con lui, neanche di chiudere un triangolo o fargli sponda. Pazzesco non riuscire a confezionare neppure un’azione da gol con un suggeritore così.

Oltre alle qualità tecniche non eccezionali degli altri 10 in campo, direi che a livello di costruzione offensiva di squadra è difficile riuscire a fare peggio.

Godiamoci almeno il rientro di Kouamé, apparso subito pimpante e chiaramente un valore aggiunto per un attacco in così grave difficoltà.

Ancora disastroso Chiesa, mentre giustamente si è evitato di far toccare il campo all’amichetto ancor più presuntuoso Sottil.

Questi due ragazzi potrebbero avere il mondo (fiorentino) in mano, ma al momento si ritrovano con ben altro come direbbe l’amato Conte Mascetti.

Se per Sottil ancora è presto per tirare le somme, è quantomeno arrivato il momento di chiedersi perché un ragazzo dall’ottimo potenziale tecnico come il suo, che gioca in una squadra totalmente sterile e involuta come la Fiorentina alla fine non fa mai più di 5 minuti a partita.

Eppure Montella ad inizio anno aveva dimostrato di crederci, buttandolo fin da subito nella mischia. Ma a lui quel ruolo da esterno faticatore non doveva piacere granché, convinto com’è di essere sprecato per la categoria. E ora si ritrova ad aver letteralmente cestinato un anno.

Per Chiesa invece è difficile esprimersi ulteriormente. Già contro il Sassuolo avevo scritto che stava disonorando la maglia da settimane. Ci si augurava che la panchina di Parma lo avesse fatto riflettere un po’, in realtà contro il Cagliari ha dato il peggio di sé.

Un solo passaggio illuminante in 45 minuti, nessuna azione da gol creata (anzi, una sventata andando ad ostacolare Ribéry che lo riprende accecato d’odio), nessun tiro degno di nota, mai un uomo saltato.

Doveroso sostituirlo e chiedersi come sia possibile ancora avere fiducia in un ragazzo che senza prenderci ulteriormente in giro sta solo lavorando per far scendere il costo del suo cartellino.

Perché nel calcio moderno, se hai buoni contatti e sei sicuro di avere mercato, peggio giochi e più il tuo valore diminuisce, danneggiando la società di appartenenza.

Ma per il calciatore non è certo un disastro, anzi. Se una squadra ti cerca e tu negli ultimi mesi hai fatto schifo, ti paga meno. E può darti uno stipendio migliore, avendo risparmiato sulla compravendita.

Eh sì, una delle tante storture vomitevoli di un calcio che oltre a non avere più un briciolo di rispetto per chi investe e chi finanzia (essenzialmente i tifosi) crea anche questi equivoci, con ragazzotti che forti di un centinaio di presenze in Serie A già pensano di essere arrivati, non sapendo che non sono neppure partiti e che probabilmente non verranno neppure ricordati.

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