Non c’era bisogno di un’inchiesta del “New York Times” per capire qual era il vero progetto della gestione precedente.

Ringraziamo i solerti giornalisti americani che ci certificano oggi con prove chiare il rapporto che Corvino & co. avevano con Fali Ramadani, un vero e proprio “venditore” incaricato di spolpare la squadra viola anno dopo anno per permetterle di non andare assolutamente mai in Europa e di conseguenza di avere un parco giocatori piccolo e dalle basse pretese a livello di ingaggio.

Tutto questo permetteva regolarmente a qualsiasi progetto/allenatore di fallire dopo 18-24 mesi, di comprare individui già indicati e poi poterli rivendere a chissà quanto dopo qualche anno per arricchire le casse di società ed intermediari regolarmente accordatisi in precedenza.

In pratica Ramadani era una sorte di vero e proprio DS della Fiorentina, Corvino semplicemente eseguiva gli ordini. Anzi no, scusate. Metteva in pratica i suggerimenti, scriviamo così.

Per fortuna queste sono tutte cose che da queste modeste colonne sono sempre state scritte prendendo spesso anche infamie che possiamo vantare oggi come medaglie al valore. Niente di nuovo insomma, per noi che queste cose le abbiamo vissute ma soprattutto capite.

Semmai ci sarebbe bisogno di una nuova inchiesta per capire cosa frulli nella testa di Iachini ma soprattutto di Federico Chiesa.

Il mister è in totale confusione e la partita di mercoledì ne è la certificazione chiara.

Riproporre una coppia d’attacco senza la punta centrale (idea di Montella) senza avere un barlume di gioco è chiaramente una follia, mentre escludere Duncan dal centrocampo è semplicemente una scelta senza senso, a prescindere dalla condizione atletica di chiunque.

Duncan non sarà un fenomeno ma è l’unico centrocampista che riesce a fare tante fasi e ad unire anche tanta corsa.

Se continuiamo a riproporre Pulgar senza due mezze ali che ne difendano un po’ la sua passività ce lo facciamo asfaltare tutte le settimane. Soprattutto quelle in cui Castrovilli non riuscirà a giocare la sua solita straordinaria partita (e purtroppo contro il Sassuolo ce ne siamo accorti).

Su Federico Chiesa invece non ho più parole.

Un ragazzo che brillava, che correva, che si sacrificava e che aveva margine di miglioramento straordinario… . Ridotto a un mediocre creatore di fuffa e di confusione.

Ha una palla comoda dopo pochi minuti, anziché puntare la porta si defila e conclude con un piatto banale ad incrociare facilmente respinto.

Non collabora, non trova mai la porta quando tira da lontano, non è più neanche utile in copertura, niente.

Da quando ha deciso di fare le bizze oramai un anno e mezzo fa le sue partite sono tutte uguali, intervallate ogni 4-5 incontri da una prestazione super (o quantomeno sufficiente).

Il suo atteggiamento e anche quello del suo entourage non è assolutamente più accettabile, servirebbe qualcuno negli spogliatoi che gli facesse capire che quella maglia addosso non è solo quella di oggi appartenente ad una squadra priva di ambizioni e di classe.

Ma che è una maglia importante e di grande tradizione, che per tante persone rappresenta tutta la passione, tutti gli sfoghi settimanali, tutta l’emozione dello sport.

Che rappresenta la città soprattutto ora che non possiamo neanche sostenerla dal vivo. E che lui non sta onorando da troppo tempo.

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