Quando affronti un periodo assurdo come quello appena trascorso, costretto a stare fermo e a far viaggiare il pensiero per tanti giorni di fila, quando ne esci sei ultra-convinto che quei giorni ti abbiano cambiato, che non ricadrai ancora negli errori che hai sempre fatto.

Niente di più falso.

La verità è che quando le persone si riprendono la loro “routine” sono in pochissimi quelli che cambiano qualcosa del loro modo di essere, quelli che davvero imparano qualcosa da quei periodi così difficili.

E quei pochi sono sicuramente migliori degli altri.

Gli undici (più 5) viola scesi in campo ieri hanno dimostrato esattamente quello che avevano ampiamente fatto vedere prima del disastro che ci ha travolti: pochezza offensiva, poco spessore sulla linea mediana, debolezza difensiva.

Almeno la difesa si era riquadrata un po’ con l’arrivo di Iachini, oggi dopo tre ammonizioni in mezz’ora contro le riserve di una squadra praticamente già retrocessa sono ritornati evidenti tutti i limiti che ci avevano contraddistinto finora.

Davanti Vlahovic non si presenta nei primi 45 minuti, Ribéry è l’unico ad inventare qualcosa (ed a sciuparla), Chiesa è preda dei suoi visibilissimi quanto inutili scatti.

Tutto ruota intorno a sua maestà Castrovilli che prova a impostare una interdizione seria e una proposta offensiva altrettanto concreta, ma è naturale che da solo riesca solo in parte. Intorno a lui i fantasmi di Pulgar e di Duncan.

Al di là del risultato – deludente ma quantomeno non troppo pericoloso – fa impressione la valanga di errori commessi dalla squadra e soprattutto da Iachini, solitamente molto più lucido di così.

Dopo tanti mesi nessuno di noi tranne il mister poteva sapere chi stava meglio degli altri, si fa fatica però a credere che Igor non potesse giocare in una difesa apparsa completamente impresentabile o che con così tanti cambi a disposizione non si sia trovato spazio ad un finalizzatore come Cutrone.

Per non parlare poi della doppia sostituzione di Ghezzal. L’algerino non sarà del livello di Chiesa o di Ribéry, ma una volta che ti viene espulso Caceres, perché tenere ancora in campo il francese che rientrava dopo ben 7 mesi di inattività dovuta al grave infortunio?

Poco coraggio, poco costrutto, pochissimo di tutto.

In questo modo saranno in pochi – spero – a guadagnarsi una conferma per il prossimo anno.

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