Il Maestro Marco Diani con Gino Risi

OSTERIA NUOVA (BAGNO A RIPOLI) – Gino Risi è al centro del gruppo e si muove concentrato, mantenendo la calma, con coordinazione.

Intorno, a distanza di sicurezza, gli altri atleti. E davanti a loro il maestro Marco Diani.

L’ottantaseienne di Ponte a Ema veste il suo karategi, su cui spicca l’arancione della cintura che riflette con il sole durante la lezione all’aperto sulla pista da ballo alla casa del popolo di Osteria Nuova.

Non ha perso una lezione del corso di karate della terza età (Karaterzetà) neanche a causa del lockdown, grazie alle lezioni online che l’associazione Empi Dojo-Tzubame ha trasmesso ai loro atleti.

Uno sportivo, Gino, che ha saputo coltivare questa sana passione durante il corso della sua vita

“Per quarant’anni ho giocato a tennis, e per altri venti mi sono dedicato alla mountain bike girando tutta la Toscana” ci racconta raggiungendoci al termine della lezione.

“Per un breve periodo praticai anche nuoto – ricorda – ma non era proprio il mio sport. Quando alcuni amici mi dissero che seguivano lezioni di karate fui incuriosito e andai a vederli prima dell’interruzione per le vacanze estive. Mi piacque e nel settembre successivo iniziai anche io, era il 2017”.

Lo sport per lui è stato una chiave per il benessere psicofisico, e i mesi appena trascorsi sono stati molto pesanti: “Non è stato un periodo per niente facile, soprattutto perché non ho potuto vedere i miei nipotini” è la prima cosa che dice.

“Ma grazie all’associazione Empi Dojo-Tzubame – sorride – sono riuscito almeno a gestire l’inattività seguendo le lezioni online che trasmettevano per tutto il tempo della quarantena, per tre volte alla settimana. Non me ne sono persa una!”.

E per lui, ex tecnico della Pignone, non è stato difficile sfruttare la tecnologia: “Anche se io per abitudine uso soprattutto il cellulare per fare tutto, dalle lettere alle fotografie”.

Lo sport, dice, rilassa la testa: “Il karate poi è particolare, perché collega la parte celebrale a quella dei movimenti e permette di dover ragionare. Tanta coordinazione perché gli esercizi imparati devono essere memorizzati; e fatti nel momento in cui servono”.

Lo considera come una sorta di “enigmistica attiva”, essendo anche appassionato di questo intramontabile passatempo.

“Senza sport il nostro fisico e la mente perdono elasticità”. Ed il suo consiglio, per i giovani e per quelli di una certa età, è di praticarlo sempre.

Lui che dello sport ne ha fatto una filosofia di vita, il cui nome rimanda ad un altro famoso Gino di Ponte a Ema, il grande Ginettaccio Bartali, di cui è stato amico.

“Un’amicizia – ricorda – nata grazie a mio suocero: fra loro c’era un legame fraterno, fin da quando facevano le prime pedalate insieme”.

E ci saluta con una… confessione: “Il mio nome non è Gino. Quello che fu erroneamente registrato all’anagrafe è Igino, ma ormai tutti mi conoscono così…”.

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